Votes taken by 'spencer

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    RICHIESTA ACCETTATA


    › Aggiungete il/i banner del nostro forum e avvisate in questo post, dopodiché noi faremo lo stesso.
    Trovate i nostri banner qui. Grazie per la richiesta!

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    Anche a me piace molto come sta venendo fuori il loro rapporto ** le adoro insieme!
    Se ti va per me possiamo chiudere con il tuo sì, tanto le cose fondamentali se le sono dette e ci organizziamo poi per la prima role con Rei <3
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    Giuls ho risposto con Lilith dopo secoli! Scusa l'attesa e il post che questa volta non è proprio un granchè. Se ti va possiamo chiuderla in breve e magari fare quel viaggio verso la cripta, oppure se vuoi possiamo aprire una delle role con gli altri miei pg che volevi legare a lei ^^
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    Lilith C. Hargreave» witch
    Il mondo era cambiato molto negli ultimi tempi, le forze in gioco erano mutate e con esse i protagonisti delle sorti del mondo. Se prima gli umani erano stati convinti di essere gli unici esseri senzienti a popolare la Terra, con il tempo si erano dovuti ricredere e avevano compreso che il predominio non sarebbe più stato qualcosa di scontato. I vampiri avevano scelto di uscire dalle proprie tane, di abbandonare le ombre in cui si erano celati per secoli e di imprimere la propria personale cifra nella conquista del mondo. Molte cose erano cambiate da quella grande guerra, mentre altre erano inesorabilmente rimaste immutate, come l’odio per chi era più diverso e per questo considerato maggiormente pericoloso. Le streghe e gli stregoni, un tempo creduti solo delle leggende, erano stati costretti a piegare il capo di fronte ai nuovi signori del mondo, ad accettare di assecondare i loro voleri, e molti lo avevano fatto, sperando in questo modo di poter continuare a vivere una vita serena. Non erano che degli sciocchi illusi ovviamente, uomini e donne che non comprendevano il vero valore del proprio potere e ciò che sarebbe stata in grado di fare la nostra razza se soltanto avessimo avuto il coraggio di osare. E se in un primo momento avevo pensato di tentare, era stato presto chiaro ai miei occhi che avrei soltanto perso una parte del mio prezioso tempo e che per me era molto più sicuro e conveniente continuare a celarmi nell’ombra, senza dare troppo nell’occhio. Una strega comune sarebbe passata abbastanza inosservata, ma non un’ibrida, e questo Miss Duchamp lo doveva sapere più che bene, dato che questa era un’altra delle cose che non erano affatto cambiate negli anni. I vampiri avevano sempre temuto il frutto del loro amore con i loro più storici nemici e avrebbero fatto di tutto pur di distruggerlo, senza neanche provare a valutare la cosa. il suo legame con Eugéne era stato un porto sicuro, perché il suo status la metteva al sicuro e lontana da occhi troppo indiscreti, ma ora che era divenuta una vedova, ora che qualcuno avrebbe di nuovo potuto ritenerla appetibile, non sarebbe più stato così semplice nascondere la propria natura, soprattutto senza avere ricordi del proprio passato, senza sapere se ci fosse ancora qualcuno che la stava aspettando, o che sapeva il suo segreto e che per questo potesse volerla distruggere.
    Per questo discutere di certi argomenti in un pubblico, sebbene ci trovassimo in un cimitero, non sarebbe stata una buona idea. Quelli erano luoghi poco frequentati di solito, ma non si poteva mai sapere chi fossero le persone che si attardavano su una tomba, né se fosse genuino ciò che mostravano nei riguardi di un defunto. Per quanto potessimo saperlo poteva trattarsi di spie che si recavano in quei luoghi solo per ascoltare le conversazioni degli altri e che non avevano idea di chi fossero le persone a cui appartenevano i nomi sulle lapidi a cui fingevano di fare visita. E poi c’erano sempre i mutaforma, quelle creature in grado di tramutarsi in qualunque animale o persona che erano in quel caso forse una tra le cose più pericolose. La invitai quindi a seguirmi all’interno di una cripta dove, con l’aiuto della mia magia, avrei potuto celare i nostri discorsi a chiunque. Non era difficile comprendere che l’idea di entrare di nuovo in un luogo come quello non le andasse troppo a genio, ma si mostrò abbastanza risoluta nel voler procedere comunque, sembrava disposta ad affrontare qualunque cosa pur di portare a termine il suo obbiettivo e questa era una cosa che apprezzavo nelle persone, soprattutto in quelle con cui avrei dovuto collaborare e condividere il mio tempo. Mi confidò di non avere molti ricordi felici e le mie labbra si incurvarono appena a quel punto perché anche io probabilmente se fossi stata chiamata in causa avrei dato una risposta simile alla sua. Lei non poteva sapere se nel suo passato ci fosse qualcosa di felice, io invece lo sapevo, ma quel periodo era stato troppo breve per potermi impedire di provare un certo rimpianto. Non amavo parlare molto di me stessa e del mio passato, di tutto ciò che avevo perduto e di ciò che ancora cercavo di recuperare, in qualche modo. Amavo mia figlia più di qualunque cosa al mondo eppure proprio per questo non potevo acconsentire alla sua richiesta. Voleva che rinunciassi alle nostre vite, che lasciassi che il mio corpo divenisse cenere, come avrebbe dovuto fare tanti decenni prima e che anche la sua vita finisse, solo perché non era disposta a sopportare il peso di quella magia, ma io non avrei lasciato che morisse, non avrei permesso a niente e nessuno di portarmi via anche lei, anche a costo di dover vivere per il resto dei suoi giorni con il suo odio.
    Ma non era il momento di lasciarsi andare a simili pensieri e per questo mi concentrai completamente sui racconti di Miss Duchamp, in particolare su ciò che mi disse riguardo ai suoi sogni perché questo poteva essere uno spiraglio di luce nella tenebre della sua mente. Era evidente che a lei quello sembrasse ben poco, nulla di troppo rivelante dato che comunque quei sogni non erano in grado di darle delle risposte, ma avrebbe capito con il tempo che quelli potevano essere la chiave di tutto, che avremmo anche potuto con il tempo scegliere di forzarli per permetterle di ricordare quanto più possibile, ma non era ancora il momento. Se lo avessimo fatto ora, senza tentare prima altre strade, la sua mente ne sarebbe potuta uscire danneggiata, o avrebbe potuto chiudersi in maniera ancora più serrata e allora ogni sforzo fatto sino a quel momento sarebbe stato completamente inutile. La magia necessitava del suo tempo e se era stata una magia a turbare la sua mente, come alcuni elementi mi davano da pensare, allora non potevamo permetterci di commettere alcun errore. La natura di ogni magia andava compresa a fondo prima di poter agire contro di essa. Avrebbe dovuto attendere e ormai doveva averlo compreso, ma sembrò comunque apprezzare il fatto che sembrassimo aver preso una strada che avrebbe potuto condurci alla soluzione del problema. Il suo compito non sarebbe stato semplice, né privo di dolore, ma mostrò immediatamente una forza fuori dal comune nell’accettare senza alcun compromesso pur di riuscire a giungere a destinazione. Tornare in quel luogo non le avrebbe certo dato dei ricordi felici, ma forse avrebbe potuto permetterci di comprendere, scavando più a fondo, come avesse fatto a finire lì. -Se è rimasta qualche traccia di chi vi ha portato lì o di come vi siate giunta, tornare in quel luogo è l’unico modo per trovarla. – spiegai quindi, cercando di essere più chiara su quello che avremmo fatto in quel luogo, dato che tenerla all’oscuro non sarebbe servito a molto, se non a renderla più restia a collaborare e allora quell’accordo non sarebbe sicuramente andato a buon fine. Mi disse che trovare l’entrata sarebbe potuto essere un problema dato che lei si era fatta largo tra muri in rovina e non ricordava esattamente la strada che aveva seguito per raggiungere l’uscita dalla stanza in cui si era risvegliata. -Oh non temete, troveremo un modo affinchè tutto vi sia più chiaro, a tempo debito, se sarà necessario. – dissi, lasciandole intendere che avrei fatto davvero ogni cosa in mio potere per mantenere fede alla parola data, anche a costo di ricorrere immediatamente alla mia magia su di lei e doveva esserle chiaro senza bisogno di ulteriori spiegazioni che la cosa non sarebbe stata piacevole. Ma sembrava comunque che Miss Duchamp non fosse una donna che si lasciava spaventare molto facilmente.
    Avrei analizzato il taccuino che mi aveva affidato in ogni dettaglio e di sfruttare le mie conoscenze sparse per il mondo per cercare di trovare nomi o luoghi che potevano trovarsi al loro interno, anche se questo avrebbe potuto voler dire che mi sarei dovuta allontanare da Londra per qualche tempo. Alcune faccende erano troppo importanti per poter essere affidate a delle lettere che chiunque avrebbe potuto intercettare. La ascoltai con più interesse quando mi disse che le persone contenute in quel taccuino sembravano non trovarsi più dove avrebbero dovuto o che forse avevano trovato un modo di cambiare identità. -Nessuno può nascondersi per sempre Miss Duchamp, se quelle persone sono vive verranno trovate. – dissi, senza preoccuparmi di nascondere la possibilità che quelle persone potessero anche essere già morte. Era bene che sapesse che quella ricerca avrebbe anche potuto portarla ad una solitudine ben più nera di quella che credeva di vivere e doveva essere preparata anche a questo genere di evenienza. Poteva anche scoprire che chiunque lei avesse conosciuto nel passato, chiunque avesse avuto un sincero legame con lei, potesse già essere scomparso, senza alcuna possibilità di essere riportato indietro. Anche le creature come lei potevano essere uccise, e se lei era stata resa incapace di agire in quel mondo, qualcun altro poteva aver incontrato un destino simile al suo, o forse anche peggiore. Le chiesi di dirmi qualunque cosa potesse venirle in mente e mi disse di ricordare un forte odore di muffa all’interno della cripta, e di cera, il che non fece che rendere più probabile la mia teoria, probabilmente qualunque cosa le fosse successa doveva essere stata causata dalla magia. Inarcai quindi appena il sopracciglio, concentrandomi su quel dettaglio, mentre mi diceva che probabilmente nessuno era stato lì dentro durante il suo sonno dato che il posto sembrava essere andato in rovina e io annuii, perché anche questa era una buona notizia. -Sono abbastanza convinta che sia stata una magia a privarvi della vostra memoria, anche se ancora non ho un’idea chiara su che tipo di incantesimo potrebbe essere stato, probabilmente potrò darvi maggiori notizie quando saremo in quel luogo. – dissi, con cautela, tenendo lo sguardo dritto nel suo. tenerla all’oscuro di ogni cosa non sarebbe servito, ma neanche false speranze. -Ma non potrò trarre molte notizie se l’incantesimo non è stato compiuto in quel luogo, quindi potrebbe anche essere un vicolo cieco, sotto certi aspetti. – continuai, mettendola in guardia. Doveva capire che poteva essere importante, ma anche un fiasco totale e in nessuno dei casi avrebbe dovuto perdere la pazienza. -Faremo questo viaggio molto presto, nel frattempo cercate di prestare attenzione ad ogni dettaglio, anche il più piccolo e appuntatelo da qualche parte perché possiate ricordarlo. – continuai, senza preoccuparmi di specificarle che avrebbe dovuto tenere qualunque taccuino avesse usato per quegli appunti in gran segreto, così come aveva fatto con quello che mi aveva appena ceduto. -Se doveste avere altri sprazzi di ricordi cercate di metterli a fuoco quanto più possibile e di annotare anche questi, potreste scoprire con il tempo di riuscire a vedere le cose con maggiore chiarezza, per quanto doloroso. – continuai, mantenendo ancora lo sguardo su di lei nel darle quelle indicazioni. In quel momento lei era l’unica vera fonte di notizie che possedessimo e avrebbe dovuto fare del suo meglio per tirare fuori tutto il possibile da se stessa. -C’è qualcosa che volete chiedermi? Qualcosa che non vi è chiaro? – chiesi, infine, ammorbidendo appena il tono nel porle quelle domande.


    I always felt there were two kinds of people. Wolves and sheep -
    those who kill and those who get killed.

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    Fraaaanciiii ho letto il post di Ezra e devo ammettere che mi era mancato <3
    Premettiamo che Ezra gli ah SORRISO e già questo mi ha fatto andare in fangirling perché sono troppo ciccipucciosi e ogni volta la mia faccia è sempre questa.
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    E’ una mia impressione o Ezra sta lentamente entrando un po’ più in confidenza con Leo e inizia in qualche modo a scherzare e aprirsi un pochino di più?
    Mi piace sempre il modo in cui sottolinei che in ogni cosa che fa Ezra sia sempre molto composto, molto a modo, proprio perché questa è diventata una parte di lui di cui in qualche modo non può fare a meno e temo che questo potrebbe diventare un motivo di contrasto dato che invece Leo spesso si lascia andare a momenti sin troppo emotivi che forse potrebbero turbare Ezra, è da vedere, ma sono davvero curiosa di scoprirlo.
    CITAZIONE
    In tal modo, però, lasciate che le persone vi scavalchino. Non permettete che vi si rispetti

    Leo è assolutamente disinteressato a queste cose xd non ti dico molto a riguardo, tanto lo leggerai, ma temo che non riusciranno mai a trovare un punto di incontro riguardo alle loro idee sul mondo xd
    CITAZIONE
    Se fare il monaco significasse solamente studiare e scrivere, beh, non mi dispiacerebbe. Tuttavia non credo di essere in grado di rinunciare ai miei agi e alle mie occupazioni mondane

    Qui onestamente sono morta dalle risate, io lo adoro <3
    Hanno iniziato a trattare il discorso della scrittura e dello studio! Ancora non so quanto gli rivelerà ma attendo con ansia il momento in cui Leo lo porterà nel suo laboratorio **
    CITAZIONE
    Ezra sperava di riuscire a conoscere meglio quelli che erano i demoni del vampiro. Aveva osservato come il parlare dell’Italia e della sua famiglia lo turbasse e ciò era motivo di estrema curiosità.

    Bene, almeno un po’ lo abbiamo incuriosito e non trova Leo una persona mortalmente noiosa! Siamo sulla buona strada, me lo sento u.u
    Il post mi è piaciuto moltissimo e spero di riuscire a risponderti presto!
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    Leonardo A. Orsini » Vampire
    Guardandoci dialogare insieme probabilmente chiunque avrebbe potuto notare l’apparente perfezione dell’eternità impressa nei nostri corpi. Anche per chi non era avvezzo a comprendere quali creature si celassero dietro un volto, un corpo e un atteggiamento, c’era sempre stato qualcosa di estatico e particolare nella vista di qualcosa di eterno, che era poi ciò che sapeva rendere i vampiri così affascinanti agli occhi delle loro prede, troppo prese a cercare di spiegarsi che cosa in essi sapesse attrarli, per rendersi conto del pericolo prima che fosse troppo tardi. Avevo sempre trovato una beffa poco divertente l’avere a che fare con un corpo che molti avrebbero potuto definire perfetto quando dentro di me nulla poteva rispondere a quella stessa definizione. Ero sempre stato un uomo spezzato che faceva non poca fatica a trovare il suo posto nel mondo, nonostante in apparenza si potesse dire che io lo avessi trovato. Un leggero sorriso divertito increspò appena le mie labbra quando Ezra mi chiese di illustrargli almeno qualcuna delle mie preferenze. -State tentando di cogliermi in fallo, Mr. Richter? – chiesi, e quella punta di divertimento era abbastanza visibile nel mio sguardo e chiara nella mia voce, a dimostrazione che, in fin dei conti, quella domanda non mi aveva affatto turbato. -Di solito preferisco non esprimere alcuna preferenza, le persone tendono ad offendersi se qualcuno non è d’accordo con loro e preferisco evitare inutili screzi. – spiegai, cercando di fargli capire il motivo per cui di solito tendevo a stare per le mie, anche quando si trattava di sciocche discussioni all’interno di un salotto da cui avrei volentieri preso le distanze. -L’architettura inglese è diversa da quella che più generalmente si potrebbe definire come nordica e devo dire che, se devo essere sincero, forse quella inglese è proprio quella che meno riesce ad entusiasmarmi. – dissi, con tutta l’onestà di cui ero capace, dato che ero stato direttamente chiamato in causa. -Ma ad essere del tutto onesto neanche gran parte dell’Italia sa darmi delle buone sensazioni, anche se temo sia legato a questioni ben più personali dell’architettura. – aggiunsi, con un sorriso un po’ più serio e malinconico, che lasciava intendere che c’era qualcosa di ben più serio e di ben meno divertente di cui non avevo intenzione di parlare, anche perché dubitavo che la mia vita potesse interessargli, soprattutto se si trattava di quella che avevo trascorso prima di divenire un vampiro. In sostanza, a voler leggere tra le righe, non c’era nulla che io sapessi preferire davvero, ma anche in questo caso era più dovuto ad un mio malessere personale che a ciò che mi circondava. Non avevo mai imparato a stare bene con me stesso, a stare a mio agio con tutto ciò che stava dentro la mia testa, ed era per questo motivo che non ero mai riuscito davvero ad apprezzare alcunchè. Ci avevo provato. I miei studi e i miei scritti dimostravano una voglia di conoscere e osservare probabilmente fuori dal comune, ma appena la passione che aveva fatto nascere quello scritto iniziava a spegnersi, tutto ricadeva all’interno di quel baratro che era la mia coscienza, io per primo, e terminarli diveniva per me pressochè impossibile. C’erano così tante cose che avevo iniziato e che non ero mai riuscito a concludere, probabilmente troppe, e non avevo mai trovato il coraggio di riprenderle in mano e provare a ricominciare da dove mi ero fermato, temendo di non riuscire più a trovare nulla di bello o appassionante in ciò che un tempo aveva saputo accendermi di vita e di luce. -Ad ogni modo, preferisco edifici più laici, come le biblioteche ad esempio, riesco a trovarmi decisamente più a mio agio in quel genere di silenzio. – continuai, mentre all’interno della mia mente si delineava chiaramente la differenza tra il silenzio riverenziale che si respirava all’interno di una chiesa e quello pullulante di idee delle biblioteche. Mi rivelò di essere un sostenitore dello stile classico, ma che nonostante questo le chiese avevano sempre saputo affascinarlo, per quanto paradossale potesse essere che un demone fosse attratto dall’arte sacra che invece, di contro, lo respingeva continuamente. Potevo comprendere come si sentiva, anche se non condividevo a pieno la sua repulsione fisica per quegli ambienti.
    Lo seguii quindi all’esterno, così che potesse sentirsi maggiormente a suo agio, cercando di indagare su come poi si era evoluta la situazione ai maledetti salotti di Mr. Nevinson, che da quel momento in avanti avevo più o meno gentilmente declinato. Mi disse che in un primo momento ero stato oggetto di numerose discussioni e allora alzai gli occhi al cielo, scuotendo il capo con l’aria di chi non poteva credere che davvero non avessero nient’altro di meglio da fare. Ovviamente però Mr. Lewis non aveva avuto il coraggio di manifestare a Ezra il suo risentimento, comportandosi come l’inetto che in fondo era. -Non avevo dubbi, penso che anche se dovesse incrociare il mio cammino di nuovo, e spero vivamente che questo non accada mai, tenterebbe di salutarmi come se nulla fosse successo, salvo poi bofonchiare alle mie spalle credendo che io non possa sentirlo. – dissi, con l’aria neutra di chi già troppe volte aveva dovuto vivere una situazione come quella, senza neanche cercare di mascherare quanto cose del genere sapessero infastidirmi. L’argomento ovviamente era cambiato in poco tempo, passando alle solite conversazioni, ma questo non rendeva il tutto per me più interessante. Mi disse che per lui era un modo di incontrare nuove persone, sperando magari di incontrare qualcuno di interessante e che gli permetteva di mantenersi informato, oltre al fatto che riuscisse a trovarlo persino divertimento in occasioni come quella che avevamo condiviso. Lo faceva soprattutto per stare lontano dalla sua dimora perché non aveva un ottimo rapporto con i suoi familiari e a quel punto tentai di vedere la cosa sotto una lice diversa, di capire come potesse essere vedere quel mondo con i suoi occhi, ma non mi riuscì molto bene. -Non sono mai stato molto bravo con le persone. – dissi, quando mi fece notare che bastava semplicemente evitare di mostrare il proprio fastidio a quelle persone e non prestare loro troppa attenzione. -Ho sempre preferito dedicarmi allo studio, alla conoscenza, talvolta persino alla scrittura o all’arte, piuttosto che avere a che fare con delle persone di cui non apprezzo la presenza. – continuai, con una leggera alzata di spalle, cercando di fargli capire quanto semplice fosse il mio punto di vista. -E’ per questo che detesto i salotti e più in generale le occasioni mondane, mi costringono ad avere a che fare con troppe persone che non sono molto abile a tollerare. Un tempo vi ero costretto, ma ora che posso scegliere da solo preferisco evitarlo, quando posso. – dissi, senza tuttavia fare alcun esplicito riferimento alla mia famiglia. Sebbene fossero trascorsi diversi anni dalla loro dipartita, mi veniva ancora piuttosto difficile parlare di loro con qualcuno. C’era sempre quel senso di colpa latente che provavo nei loro confronti e non mi permetteva di accettare quella seconda vita che soltanto a me era stata concessa, quello stesso senso di colpa che mi aveva convinto ad andare alla disperata ricerca di una cura, di qualcosa che potesse forse, un giorno, riportarli tutti in vita. -Voi invece li avete sempre apprezzati? – chiesi, mentre continuavamo ad andare avanti, senza una meta precisa, almeno per quanto mi riguardava. La chiesa era ormai a qualche minuto di distanza da noi e la mia dimora si trovava dall’altra parte della città, ma camminare per me non era mai stato un grosso problema, non da quando ero un vampiro, sebbene la mia scarsa propensione per il sangue non mi permettesse certo di essere in ottima salute. -Perdonatemi. Temo di essere una pessima compagnia con questa mia avversione per il mondo. – dissi poi, ad un certo punto, rendendomi conto di quanto i miei discorsi potessero suonare polemici e che probabilmente stavo riuscendo persino ad annoiarlo. Purtroppo io ero sempre stata una persona distante dal normale scorrere del tempo, chiuso in un mondo in cui soltanto io riuscivo a vivere.

    No more let life divide
    what death can join
    together

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    Giuls il post è meraviglioso, scusa se ti scrivo solo ora. Adoro la tua pg, non sai quanto e questa role mi ispira ad ogni post sempre di più, così come loro due mi ispirano sempre di più. Sento che sarà una collaborazione interessante e piena di spunti e spero che riescano a diventare amiche perchè, cavolo, sarebbero davvero meravigliose e io già le amo!
    Il post è perfetto, non c'è davvero nulla che non vada <3
    Spero di riuscire a risponderti quanto prima!

    E More! Ho risposto con Sam, dopo secoli, spero che vada tutto bene <3
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    Elizabeth "Samantha" Montgomery » human
    Era stato strano per me ricevere una lettera da parte di Adam e in un primo momento non ero riuscita ad aprirla. L’avevo presa e l’avevo portata nella mia stanza, dove l’avevo lasciata per qualche ora mentre terminavo di svolgere le mie mansioni giornaliere all’interno del castello. Avevo cercato di non pensarci, di prendere una decisione forse sin troppo rigida e di non leggerla nemmeno, eppure non ero riuscita a fare nessuna delle due. Mi sentivo in torto nei suoi confronti, ma non c’era nulla che potessi fare per migliorare quella situazione. Non sapevo niente di lui, non lo conoscevo ed era proprio perché non sapevo di lui e di quello che avevamo passato insieme che il mio cuore aveva iniziato a provare qualcosa per il principe ed era per quello stesso motivo che ora non riuscivo ad avere a che fare con quel ragazzo. Era evidente che per lui io non dovevo essere solo qualcuno che apparteneva al suo passato, che lui voleva che io facessi parte anche del suo presente, ma purtroppo non potevo sapere se io ne sarei stata in grado. In quei giorni mi era capitato spesso di pensare a quello che mi aveva detto, a tutto quello che mi stavo perdendo del mio passato e mi era capitato in certe occasioni che il suo volto riempisse la mia mente, un volto un po’ più giovane e più spensierato di quello che avevo incontrato, un volto che doveva appartenere a quei ricordi sopiti ed era stato forse questo a farmi cedere e farmi sedere sul letto con la lettera tra le mani, una volta arrivata alla fine della mia giornata. La lettera era stata accompagnata con un piccolo pacchetto, probabilmente un regalo, qualcosa che sicuramente non pensavo di meritare. Perché lui era stato onesto con me, o almeno tutto mi suggeriva che lo fosse stato, mentre io non ero riuscita ad esserlo, non avevo potuto, perché farlo avrebbe probabilmente voluto dire spezzargli il cuore più di quanto non stessi già facendo. Avevo visto la forza con cui sembrava odiare i vampiri e come avrei potuto dirgli che uno di loro, quello che mi aveva salvata e che si era preso cura di me, aveva anche preso il suo posto all’interno del mio cuore? No, sarebbe stato troppo. Eppure allo stesso tempo sapevo che nasconderglielo era altrettanto sbagliato e che non avrebbe portato nulla di buono. Aprii la lettera e un’espressione più seria mi comparve sul volto quando lessi che aveva pensato di farmi quel regalo per farsi perdonare per il modo in cui si era comportato in precedenza e che anche se dubitava che io avrei acconsentito lui voleva rivedermi e che se avesse di nuovo superare i miei limiti sarei potuta andare via in qualunque momento. Mi avrebbe atteso sulle rive del Tamigi, di fronte ad una locanda che ovviamente non conoscevo, sperando che io mi sarei presentata. Sospirai, posando la lettera sul letto e buttandomici a mia volta, senza sapere che cosa fare. Qualunque cosa io avessi deciso sarebbe stata probabilmente sbagliata. Forse sarebbe stato meglio restar al castello, lasciare andare, lasciare che trovasse un modo anche lui per dimenticarmi dato che io non ero certa che sarei riuscita a trovare una via per ricordarlo, ma allo stesso tempo era giusto lasciarlo andare così? Lasciar andare l’unica persona che ancora poteva tenermi aggrappata alla persona che ero stata? Qualcuno a cui avevo voluto bene, qualcuno che la mia mente lottava per permettermi di ricordare nonostante non riuscisse ad ottenere ottimi risultati. Eppure qualcosa c’era, qualcosa doveva esserci nella mia testa e se avessi deciso di rinunciare, di non presentarmi, se fossi davvero riuscita a ricordarlo probabilmente me ne sarei pensata. Mi lasciai andare ad un lungo sospiro mentre cercavo di rifletterci lucidamente e trovare una risposta. Fu a quel punto che il mio sguardo cadde sul piccolo pacchetto un po’ stropicciato che avevo lasciato intatto fino a quel momento. si vedeva che chi lo aveva confezionato doveva averci messo un certo impegno anche se fare i pacchetti no doveva essere la cosa che gli veniva meglio e per questo immaginai che dovesse averlo fatto lui. tentai di immaginarlo mentre cercava di tirare fuori un pacchetto decente e la cosa mi fece soltanto stare più male. Lo afferrai, portando anch’esso sul letto e continuando a fissarlo senza riuscire a decidermi. Sentivo di non meritare un regalo, di non avere davvero il diritto di aprirlo, anche solo per curiosità, eppure non riuscii a stare fermo, avevo bisogno di capire, di vedere che cosa pensava che potesse piacermi. Lo aprii con cautela, come se la cosa mi spaventasse, trovando al suo interno una penna bellissima, con una lunga piuma blu sul retro. Chissà quanto doveva essersi impegnato per trovarla e quanto doveva averci speso. Avrei voluto restituirgliela, rimettere tutto in un pacchetto e riportargliela, ma immaginavo che la cosa lo avrebbe fatto stare male e io non volevo ferirlo. Anche se in questo momento lui per me poteva essere un estraneo, non avevo comunque intenzione di fargli del male, in alcun modo.
    Quella notte non riuscii a dormire e anche nei giorni successivi non riuscii a togliermi quel pensiero della testa, tanto da decidere infine che solo se ci fossi andata avrei potuto risolvere almeno alcuni dei miei dubbi e capire se rivederlo era la cosa giusta da fare oppure no. Rimasi a fissare il mio armadio per qualche ora, cercando di decidere quale sarebbe stato l’abbigliamento corretto per un’occasione come quella, come mi sarei dovuta vestire per evitare di illuderlo, ma anche per evitare di risultare troppo scortese. Non ero brava in quel genere di cose, non avevo memoria di occasioni in cui avevo trascorso un pomeriggio con qualcuno e da quando mi ero risvegliata nulla del genere mi era mai successo. Avrei potuto chiedere consiglio a qualcuna delle altre serve del castello, ma poi mi sarei ritrovata costretta a rispondere delle domande, tante, troppe, a cui non avevo davvero voglia di dare una risposta, perché neanche io le sapevo davvero. Alla fine optai per un abito semplice, anche perché non avevo davvero una grossa varietà di cose, ma soprattutto perché non avevo intenzione di cercare di mettermi addosso un’aria troppo costruita, qualcosa di forzato che mi avrebbe fatta sentire ancora più a disagio. Non sapevo cosa lui si aspettasse, cosa la ragazza che lui conosceva avrebbe fatto, ma io non ricordavo nulla di quella ragazza e provare a scavare nella mia memoria solo per quello sarebbe stato oltre modo sciocco. Rimasi a guardarmi allo specchio per qualche momento, incerta sul da farsi. Per tutto il tempo ero stata tentata di rimanere al castello, di evitare altre situazioni imbarazzanti, altri problemi, ma dopotutto anche io con lui non mi ero comportata nel migliore dei modi con lui. Soltanto a mente lucida, dopo qualche giorno, avevo capito davvero quanto lui potesse essere stato male per quello che era successo e quanto male ora dovesse fargli il fatto che io non lo riconoscessi, che non potesse semplicemente gettare un colpo di spugna su ogni cosa e riprendere da dove la sua vita si era arrestata. Eppure voleva comunque rivedermi, per qualche motivo. Non gli avrei detto di quei piccoli sprazzi di memoria, del fatto che il suo volto dovesse davvero essere ancora lì da qualche parte, solo che non sapevo esattamente dove. Temevo che la cosa lo avrebbe soltanto lasciato con ancora più dubbi e speranze e fino a che non sarebbe stato qualcosa di certo non sarebbe stato giusto da parte mia coinvolgerlo in quella parte della faccenda, anche se avrei davvero avuto bisogno di qualcuno con cui poterne parlare in maniera onesta e aperta. Ma lui si stava già sforzando abbastanza, e anche se probabilmente avrebbe voluto che io lo coinvolgessi completamente in quella storia, in ricordo del rapporto che avevamo avuto e che lui sperava ancora potessimo riacquistare, dal mio punto di vista non era giusto chiedergli anche quello, non ancora per lo meno. Ci sarebbe stato tempo forse, un giorno, se le cose tra di noi fossero andate meglio e sapevo che purtroppo quello dipendeva principalmente da me.
    Lasciai il castello con un po’ di anticipo, non sapendo esattamente quanto tempo avrei messo nel trovare il luogo che lui mi aveva citato nella sua lettera e considerando che non gli avevo fatto ricevere alcuna risposta, perché ero stata indecisa sino all’ultimo momento, non volevo neanche farlo aspettare troppo, o probabilmente avrebbe pensato ad un rifiuto da parte mia. Raggiunsi il Tamigi dal lato più vicino al castello e da lì iniziai a camminare, guardandomi attorno, cercando di individuare la locanda del biglietto, il luogo in cui probabilmente avremmo trascorso un po’ di tempo, o forse no, forse era un luogo come un altro dove incontrarsi, un luogo forse molto famoso che si aspettava io potessi trovare in fretta, da cui poi saremmo partiti. Ad essere onesta avrei preferito stare un po’ di tempo all’aria aperta, fare magari una passeggiata piuttosto che trascorrere altro tempo al chiuso, dentro altre quattro mura come facevo per la maggior parte del mio tempo al castello. Forse pensandoci bene avrei potuto chiedere indicazione almeno al ragazzo che mi aveva consegnato la lettera, ma ormai non potevo più tornare indietro e andare a cercarlo, dovevo giusto prestare attenzione e trovarlo da sola. Fu più semplice del previsto alla fine, dato che mi fu più semplice riconoscere lui, seduto su una panchina, piuttosto che trovare quella famosa insegna, ma aveva poca importanza, ero un po’ in ritardo, ma alla fine ero riuscita ad arrivare e lui era ancora lì. -Adam? – lo chiamai, quando fui a solo qualche metro di distanza da lui ormai, per fargli capire che ero arrivata e che non ero più così arrabbiata dato che lo stavo chiamando per nome e non volevo quindi che lui mi chiamasse Miss Montgomery, come aveva fatto nella lettera, né volevo che si rivolgesse a me in tono così formale. -Scusami, sono in ritardo. Non conoscevo questa locanda quindi ho trascorso tutto il viaggio a cercarla. Avrei dovuto chiedere aiuto a qualcuno ma la mia testa dura mi ha fatto preferire cercarlo da sola.- dissi, con l’accenno di un vago sorriso sul volto, che voleva semplicemente chiedergli di perdonarmi per quel ritardo. -Non sono molto pratica di ciò che sta fuori dal castello, non esco quasi mai. – continuai, cercando di dargli una spiegazione migliore per quanto era appena accaduto. -Oh e non perché non mi sia permesso, nel caso in cui tu te lo stia chiedendo, semplicemente non ho mai avuto qualcuno con cui farlo. – aggiunsi, subito dopo, perchè non volevo che pensasse che fossi in qualche modo prigioniera all’interno del castello, semplicemente non avevo mai avuto molti amici e nessuno me lo aveva mai proposto. In qualche modo era come dirgli che mi ero decisa ad uscire solo perché era stato lui a chiedermelo, ma questo non lo dissi esplicitamente. -Scusami, sto parlando troppo. – dissi poi, accorgendomi di avergli riversato addosso un intero fiume di parole e rivolgendogli un sorriso vagamente imbarazzato. Quello che mi aveva rivelato la volta precedente mi faceva sentire un po’ a disagio nel trovarmi lì, con lui, sapendo che lui doveva avere determinate aspettative nei miei confronti, ma mi sforzai di non pensarci troppo. -Ti ringrazio del regalo è… molto bello, anche se non avresti dovuto, sul serio. – dissi poi, ed ero assolutamente sincera. Non volevo che pensasse di dovermi fare dei regali, o di dover fare chissà cosa per me. -Non devi scusarti, ho capito perché lo hai fatto, ed è ok. – continuai, sorridendogli in maniera un po’ più aperta e tranquilla. -Com’è andata la tua giornata?- chiesi poi, dimostrando di avere tutta l’intenzione di fare un po’ di conversazione, di conoscerlo, se così si poteva dire, sempre che lui fosse disposto a farsi conoscere di nuovo. -Avevi delle idee particolari per oggi? – domandai ancora, e mi accorsi di stare dimostrando maggiore iniziativa della volta precedente, senza tuttavia chiedermi come lui avrebbe potuto prenderla. -Preferirei non stare all’interno della locanda, se per te non è un problema. Preferirei fare una passeggiata, o se sei stanco possiamo stare comunque seduti da qualche parte, ma preferirei non stare al chiuso, ho trascorso tutto il tempo dentro il castello, ho davvero bisogno di stare un po’ all’aperto. – dissi ancora, con un sorriso, sperando che per lui non fosse un problema accettare quella mia piccola richiesta.


    Don't want your hand
    this time I'll save myself
    Maybe I'll wake up for once

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  9. .

    Margareth E. Hamvik » witch
    Il mio sguardo si fermò per qualche altro momento ad osservare il volto di Jonny, contratto per quella nuova fitta di dolore. Le ferite avevano lentamente iniziato a rigenerarsi ma ci sarebbe voluto del ancora tempo perché smettessero di fare male e perché si richiudessero del tutto. Se lo avessi incontrato immediatamente al suo ritorno, se avessi avuto l’occasione di aiutarlo non appena avesse messo piede al castello, ora sarebbe sicuramente stato meglio, ma non era successo e tutto quello che potevo fare ora era cercare di dargli il mio aiuto come meglio potessi, di mettere al suo servizio la mia magia e le mie conoscenze mediche per cercare di riparare ad un danno che altri avevano commesso. Ciò che gli era capitato non era stata colpa mia, non ero stata io ad organizzare quella trappola che aveva costretto alla morte i suoi compagni, eppure in qualche modo me ne sentivo responsabile. Perché forse se fossi stata più attenta, se avessi ascoltato con più attenzione nei corridoi, sarei riuscita a cogliere qualcosa, a capire, a metterlo in guardia prima che tutto quello si compisse. Ma non era successo. Ero stata completamente all’oscuro di tutto fino a che non avevo visto con i miei occhi che quelle streghe non stavano facendo il loro dovere nel curarlo adeguatamente e fino a che lui non mi aveva detto che la sua non era stata altro che una missione suicida. Come avevo potuto non vedere? Come avevo fatto a non accorgermi? E ora come avrei fatto ad andare avanti allo stesso modo nel castello dopo che avevo saputo che cosa erano stati in grado di fare? Nik era in qualche modo coinvolto? Erano tante le domande che mi assalivano la mente in quel momento, ma mi sforzai di rimandarle tutte indietro perché non era questo l’importante ora, Jonny doveva riprendersi, doveva rimettersi in forze il prima possibile così che potesse essere di nuovo in grado di difendersi da solo.
    Annuii quando mi disse che non sapeva che cosa fosse rimasto in casa dalla sua partenza, guardandomi attorno per cercare di comprendere cosa avrei potuto fare con il poco a disposizione. Forse avrei dovuto impormi e farlo restare al castello, lì dove c’erano tutte le mie riserve di erbe e pozioni e dove avrei potuto curarlo meglio ma sapevo bene che sarebbe stato chiedere troppo da parte mia, soprattutto in una situazione rischiosa come quella. Era più sicuro per lui stare lì, lontano da chi avrebbe potuto fargli ancora del male, ma nulla poteva assicurarci che non si sarebbero spinti sin lì per completare il lavoro. Doveva essere perfettamente cosciente del pericolo anche lui perché, quando mi sedetti al suo fianco, dopo aver compiuto le prime medicazioni, mi disse che se fossi rimasta lì con lui sarei stata in pericolo e che lui non voleva che mi accadesse qualcosa. Una vaga sensazione di calore mi pervase il corpo a quel punto perché il fatto che lui tenesse ancora a me, che si preoccupasse per me, voleva dire forse che non tutto era cambiato in maniera così grave. Scossi appena il capo, rivolgendogli un leggero sorriso e stringendo maggiormente la sua mano per cercare di rassicurarlo. -Non pensare a me ora.- dissi, perché non volevo davvero che si preoccupasse. Sapevo perfettamente quanto fosse pericoloso, ma non mi importava. Annuii di nuovo però quando mi chiese se potessi usare la mia magia per rendere la sua casa un posto più sicuro dato che temeva che venissero a cercarlo. Vedere quelle lacrime sul suo volto mi strinsero il cuore, tanto da spingermi ad allungare lentamente una mano sul suo volto per asciugarle, prima di depositargli un piccolo bacio sulla fronte e poi tornare a guardarlo negli occhi. -Non permetterò a nessuno di farti di nuovo del male. – dissi e c’era una serietà profonda in quelle parole, forse persino qualcosa di oscuro che vibrava nel profondo del mio petto al solo pensiero che qualcuno potesse cercare di fargli del male proprio lì, a Londra, troppo vicino a me perché io potessi evitare di sentirmi in colpa. Lasciai andare il suo viso quindi, alzandomi per qualche momento, giusto il tempo di pronunciare l’incantesimo che avrebbe tenuto all’esterno della casa chiunque, a meno che non fosse stato Jonny ad aprire la porta o invitarli a farlo. Con un po’ di impegno uno stregone potente sarebbe riuscito ad abbassare quelle difese, ma speravo che non si sarebbero presi tanta briga, non per il momento almeno. Gli stregoni al servizio della corona erano di norma a caccia di ribelli, sarebbe stato sin troppo sospetto chiedere loro di cercare una guardia reale senza un particolare motivo.
    Gli rivolsi un’occhiata apprensiva quando cercò di mettersi seduto, stringendomi la mano e guardandomi negli occhi mentre mi diceva che avevano cercato di ucciderli e che avrebbe voluto che io restassi con lui, ma che sarebbero venuti a cercarmi al castello e mi chiese di promettergli che sarei stata attenta al castello. Annuii, sapevo perfettamente che aveva ragione, potevo capire la gravità e la pericolosità della situazione, ma c’era la sua vita in ballo e per questo non mi sarei tirata indietro per nessun motivo. -Starò attenta, non preoccuparti. – dissi, con una voce che però suonò molto più dolce, quasi una carezza, cercando di tranquillizzarlo. Non volevo che pensasse a quello, la sua priorità doveva essere quella di rimettersi in piedi. Posò la testa sulla mia spalla e a quel punto lo strinsi appena, tra le mie braccia, evitando di stringere troppo per non fargli male. In qualunque altro momento non mi sarei posta quel pensiero, ben consapevole che la sua forza fosse superiore alla mia, ma ora era ferito e mi sembrava così fragile e indifeso che sentivo di doverlo proteggere, a tutti i costi. -Sono qui Jonny. – sussurrai piano, al suo orecchio, quando sussurrò il mio nome in maniera quasi assente, stanca. -Hai bisogno di dormire, sarò qui quando ti sveglierai, nessuno potrà farti del male sino a che io sarò qui. – dissi, dandogli un leggero bacio sulla fronte, prima di aiutarlo a sdraiarsi meglio sul letto, così che potesse cercare di dormire. In quel momento era l’unica cosa che potesse fare per velocizzare il suo processo di guarigione. Lasciai che una delle mie mani rimanesse stretta alla sua, così che capisse che ero davvero lì e che non sarei andata via, non sino al mattino seguente.
    Quello che gli era successo mi aveva turbata non poco e avevo la necessità di trovare una risposta a tutte quelle domande che mi affollavano la testa, anche se probabilmente non sarebbe stato così semplice. Non potevo andare dal principe e chiedergli senza mezzi termini se era stato lui ad organizzare quel delitto, non se non fosse stato lui ad accennare al fatto per primo. Eppure avevo bisogno di sapere chi fosse coinvolto, da chi avremmo dovuto guardarci le spalle, perché per nessun motivo al mondo avrei lasciato che il licantropo affrontasse tutto da solo. Sorrisi leggermente nel vederlo lentamente scivolare nel sonno, anche se probabilmente sarebbe stato agitato e non privo di incubi. Mormorai un breve incantesimo che gli avrebbe permesso di dormire sogni più quieti e rimasi lì, a guardarlo, a vegliare su di lui per tutta la notte, chiudendo gli occhi di tanto in tanto per la stanchezza. Il suo ritorno mi aveva resa felice, ma ci era voluto poco perché tutto cambiasse e perché nuovi problemi sorgessero entro le mura spesse del castello. Lo guardai ancora, approfittando del suo sonno per soffermarmi su alcuni dettagli del suo volto. Quei pochi mesi sembravano averlo cambiato e cresciuto più di quanto pensassi.
    Sorrisi di nuovo quando lo vidi lentamente riprendere conoscenza. -Ben svegliato, come ti senti oggi? – chiesi, probabilmente sempre con sin troppa apprensione. -Posso prepararti qualcosa da mangiare? – chiesi, ancora, dandomi una leggera occhiata intorno per capire che cosa avrei potuto rimediare in poco tempo. -Tra qualche ora dovrò necessariamente tornare al castello, tu te la senti di stare da solo? Vuoi che ti accompagni da qualche altra parte? – continuai, ben decisa a cercare di sistemare quanto più possibile prima di doverlo lasciare da solo per qualche ora.

    Because magic
    is power

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  10. .
    Giuls ho risposto con Lilith! Fammi sapere se dovessero esserci problemi <3 e scusa per l'immensa attesa.
  11. .

    Lilith C. Hargreave» witch
    Osservai con cautela la figura elegante dell’ibrida che si trovava a pochi passi da me, di quella donna che in breve tempo era riuscita a stregare Eugéne Duchamp, tanto che ero arrivata a chiedermi se ormai la sua ricerca non fosse piuttosto la sua più profonda intenzione di compiacerla, darle ciò che lei più desiderava sperando in cambio di ricevere un sentimento più profondo da parte sua. Mi sarebbe piaciuto scoprirlo, ottenere più dettagli riguardo al loro rapporto, ma purtroppo Eugéne era venuto a mancare e con lui anche la possibilità di osservare ogni possibile mutamento sul suo carattere e sulla sua persona. Ma lei era rimasta in piedi, solitaria e distante come una vedova afflitta, si era allontanata dalla famiglia di suo marito con la scusa di raccogliere i pezzi di un amore spezzato, di ricomporsi prima di tornare a mostrarsi in pubblico, ma qualcosa che mi diceva che quella non era l’unica delle sue motivazioni. Perché la figura di Eugéne le aveva sempre offerto riapro e sicurezza in primo luogo dagli sguardi curiosi della sua famiglia e ora non c’era nulla che potesse impedire loro di farle scomode domande, di scavare più a fondo nel suo passato, con il rischio che trovassero qualcosa che sarebbe per sempre dovuto rimanere nascosto, come la sua natura. Ed era forse questa una delle cose che doveva turbare maggiormente Madame Duchamp, insieme al fatto di riuscire a ricordare praticamente nulla del suo passato. Potevo comprendere come dovesse sentirsi, quanto fastidio potesse dare l’idea di non avere un passato. Io non avrei mai voluto perdere il mio, per quanto tragico e doloroso fosse, perchè era stato proprio ciò che avevo vissuto, ciò che era rimasto impresso a fuoco sulla mia pelle e sul mio cuore, ad avermi resa la donna che ero, a darmi il potere che avevo accumulato negli anni insieme alla sete di vendetta nei confronti del genere umano e non avrei mai voluto scordare il volto di Emìl per nessun motivo al mondo perché in certe occasioni era quella l’unica cosa in grado di tenermi salta e vigile.
    Mi premurai di informarla che il cammino che avremmo dovuto intraprendere per ridarle indietro la sua memoria non sarebbe stato semplice, né indolore. La magia aveva sempre un prezzo, qualche volta più tenue, altre più importante, ma ero abbastanza convinta che la donna che avevo di fronte sarebbe stata disposta a pagarlo, qualunque esso fosse, pur di ottenere ciò che voleva, anche se non era di denaro che si parlava. Quello sarebbe stato semplice per lei da ottenere, visto il cognome che ora portava, ma no, con la magia si trattava di ben altro e se ancora non lo sapeva lo avrebbe scoperto molto presto. Un vago sorriso increspò appena le mie labbra quando mi confidò di non essere una persona particolarmente paziente, anche se si rendeva conto che in quel caso avrebbe dovuto cercare di esserlo. Anche io un tempo ero stata una ragazza molto più istintiva, tanto passionale e generosa da non essere in grado di aspettare per ottenere o donare qualcosa, ma il tempio mi aveva insegnato che con la fretta non si poteva ottenere nulla e solo con un attento calcolo si poteva davvero riuscire in un’impresa importante. Le sorrisi, quasi come una madre avrebbe fatto con sua figlia, se solo lei non avesse avuto molti più anni alle spalle di quanti ne avessi io, eppure guardandoci nessuno avrebbe pensato che lei fosse la maggiore. -Non preoccupatevi, non dovrete pazientare invano. – dissi, a quel punto, come se ci fosse stato il bisogno di convincerla delle mie capacità. In una diversa occasione una cosa del genere mi avrebbe offesa, spingendomi forse a dimostrare in una maniera poco idonea quelle che erano le mie capacità, ma il suo era stato da sempre un caso particolare, qualcosa che avevo accettato di seguire con tutte le sue contraddizioni e con tutti i problemi che avrebbe potuto causarmi.
    Osservai con attenzione le reazioni della donna quando entrammo all’interno del mausoleo. Sapevo perfettamente dove Eugéne l’avesse trovata, dato che ero stata io a localizzarla e a dargli quella posizione, eppure mai sino a quel momento mi ero chiesta come si fosse sentita al suo risveglio, nel trovarsi in un luogo che non riconosceva, in una vita di cui non sapeva assolutamente nulla. -Brutti ricordi? – chiesi, senza tuttavia aspettarmi alcuna risposta in cambio, rendendomi conto soltanto poco dopo di quanto infelice la parola ricordi dovesse essere per lei. Anche io avevo subito un processo di risveglio quando quegli stolti mi avevano messa al rogo, convinti che questo sarebbe bastato ad eliminarli, a cancellare la minaccia che loro vedevano nelle streghe. La maledizione che mi aveva tenuta in vita, grazie al patto di sangue stretto insieme all’aiuto di mia figlia, mi avevo permesso di apparire morta, di morire, in un certo senso, e poi risvegliarmi, dopo qualche ora, in un luogo più sicuro dove avevo potuto riprendere le forze soltanto grazie ad un assassinio. Non eravamo poi così diverse in fondo, lei costretta a nutrirsi di sangue per potersi mantenere viva e in forze e io a nutrirmi di morte, in tutte le sue forme. Non fui troppo esaustiva quando accennai ai miei rapporti con il suo defunto marito e non mi dispiacque sentirle dire che, anche se la mia doveva essere sicuramente una storia interessante, non era lì per indagare sul mio passato, cosa che invece era mio compito. Se buona parte delle nobildonne che avevo incontrato durante il mio cammino non si erano verificate altro che delle sciocche oche petulanti che pretendevano di poter ottenere tutto soltanto alzando la voce e mettendo mano alle finanze della propria famiglia, ma lei era molto diversa e non sapevo ancora se questo fosse dovuto al fatto che avesse assunto una carica nobiliare solo a breve o se fin dal principio lei fosse stata profondamente diversa da chiunque altro. Mi sorrise impercettibilmente quando nominai di nuovo Eugène e le spiegai di non sapere molto di quelli che erano i suoi desideri e le sue richieste poiché lui non era stato troppo chiaro e mi disse che lui era sempre stato un uomo dal tocco sin troppo delicato. Al sentire quelle parole fui io a sorridere appena, ritrovando in quella breve descrizione molto di quell’uomo che non avevo più occasione di incontrare da qualche mese. E aggiunse di essere decisamente più diretta di lui, tanto da non volersi perdere in sciocchi preamboli riguardo il percorso che l’aveva portata a diventare Anahita Duchamp perché Eugène me ne aveva già parlato e in qualche modo ero stata io a contribuire a quell’evento. Inclinai appena il capo quando mi disse di sapere che lo avevo aiutato a trovarla, colmando almeno una delle curiosità che avevo sempre avuto sul suo conto. Illuderla di essere stato lui a trovarla senza alcun genere di aiuto sarebbe stato probabilmente un ottimo primo passo per cercare di stregarla davvero, ma mi sembrava una donna troppo intelligente per credere ad una cosa come quella o ad una sciocca casualità. Da quando si era risvegliata non aveva avuto alcuna memoria del suo passato e per quanto la sua identità attuale le piacesse non riusciva comunque a sentirsi sicura con tutte quelle immagini confuse che le tormentavano il sonno e qualche volta anche la veglia. Mi accigliai appena nell’ascoltare quelle parole, cercando di memorizzarle velocemente in modo tale da poter sempre tenere a meno il quadro completo della questione. Il fatto che quelle immagini la tormentassero era un bene, voleva dire che i ricordi erano ancora nella sua mente, anche se accuratamente protetti dato che mi rivelò di provare un dolore lancinante ogni volta che quelle immagini la assalivano, impedendole di ricordarle con chiarezza. C’era qualcosa di strano in quella faccenda, qualcosa di assolutamente non naturale in quel dolore che si scatenava il lei che mi faceva pensare che dovesse esserci qualcosa dietro la sua perdita di memoria, qualcosa che con molte probabilità era legata alla magia. -E’ un bene che queste immagini cerchino di tornare a galla, vuol dire che qualunque cosa le abbia nascoste non le ha però cancellate, in quel caso recuperare i vostri ricordi sarebbe stato ben più difficile. – dissi, iniziando a dare una mia prima impressione su quella faccenda senza tuttavia sbilanciarmi troppo, perché sebbene quella era una situazione migliore di quella che le avevo detto, non voleva comunque dire che fosse la più semplice e ci sarebbe stato da lavorare.
    Mi feci di nuovo più attenta quando estrasse un taccuino dal suo mantello, dicendomi che lì dentro si trovava tutto ciò che Eugène era riuscito a trovare sul suo passato: alcune date, dei nomi che potevano essere collegati a lei, passaggi di proprietà e persino alcune leggende e anche la bozza di un ritratto; cose che aveva avuto modo di raccogliere per lei in quegli anni ma che ora come ora non le erano di nessuna utilità e che sperava potessero invece aiutare me nel mio lavoro. Parlava come se avesse intenzione di affidarmelo, eppure non lo fece, non subito, sollevando di nuovo il volto per poter incrociare i miei occhi e fissarli con una certa serietà mentre mi diceva che si sentiva costretta a chiedermi assoluta segretezza riguardo quella faccenda e che sarebbe stata disposta a ricompensarmi in maniera adeguata ogni volta che fossi riuscita a farle fare dei passi avanti in quella sua ricerca. -Nessuno verrà a sapere del vostro passato e di voi a meno che non siate voi stessa a rivelarlo. – dissi, per tutta risposta, lasciandole intendere che io non avrei emesso un solo fiato a riguardo, anche perché se la cosa poteva essere importante per lei, perché venire esposta avrebbe potuto condannarla a morte o ad una fine persino peggiore, io necessitavo che le cose si mantenessero stabili per ottenere da lei ciò di cui avevo bisogno. Perché se avevo inizialmente accettato per il legame che con il tempo avevo stretto con suo marito, questo non voleva dire che avrei agito senza ottenere una minima ricompensa. Tutto aveva un prezzo, anche il mio tempo e le mie abilità e non mi ero stupita di sentirle dire che era disposta a retribuirmi in maniera adeguata se fossi riuscita a darle ciò che voleva.
    Afferrai il taccuino con sicurezza quando mi chiese con quel gesto se si era rivolta alla persona giusta e le rivolsi l’accenno di un sorriso serio e forse fin troppo oscuro. -Potrei dirvi di si in questo momento, ma immagino che non mi credereste sulla parola, lascerò che siate voi a darmi questa risposta tra qualche tempo. – dissi, stringendo il taccuino tra le mani, senza tuttavia ancora aprirlo. Pazienza, era questo che serviva, come già le avevo accennato. -Avete mai provato a tornare nel luogo in cui vi siete risvegliata? – chiesi, senza lasciarmi andare a preamboli inutili dato che nessuna delle sue sembrava amare particolarmente le perdite di tempo. -Spero che lo ricordiate perché è da lì che dovremmo cominciare. Ritengo che rivivere il vostro primo ricordo sia fondamentale per cercare di recuperare il modo in cui siate arrivate lì, che sarebbe già un ottimo inizio per capire qualcosa sul vostro conto. – continuai, iniziando a renderle chiare quelle che erano le mie idee, lasciandole poi qualche momento per commentare e dirmi se aveva qualche genere di obiezione da fare. -Studierò con attenzione il contenuto di questo taccuino e cercherò di rintracciare almeno alcuni dei nomi che mi avete detto esserci, per capire dove possono trovarsi e se queste persone sono ancora vive. – dissi ancora, spiegandole almeno che cosa avevo intenzione di fare con quel taccuino così che anche lei potesse farsi un’idra più chiara di quali erano i miei metodi e di come avrei portato avanti la cosa. -A meno a mano che troveremo dei luoghi legati al vostro passato sarebbe opportuno che ci recassimo lì, affinchè siate più connessa a quel luogo e possa quindi essere più semplice cercare di estrapolare determinati ricordi dalla vostra mente, non sarà semplice e non sarà piacevole, ve lo ripeto. – dissi, senza mai abbandonare la rigida serietà che avvolgeva la mia persona ormai da decenni, senza abbandonarmi mai. -Voi avete qualche altra idea? Qualche pensiero che potrebbe essere utile per la nostra ricerca? – chiesi, invitandola a dirmi qualunque cosa, anche ciò che poteva ritenere più sciocco e futile perché ogni cosa poteva essere fondamentale all’inizio, anche ciò che lei poteva ritenere essere del tutto inutile ed era bene che io lo sapessi. Sarebbe stata costretta a fidarsi di me e avrebbe dovuto imparare a convivere con la mia presenza se voleva davvero recuperare la sua memoria nel minor tempo possibile.


    I always felt there were two kinds of people. Wolves and sheep -
    those who kill and those who get killed.

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  12. .

    Erik T. Lancaster » Vampire
    Avevo sentito dire che quel giorno ci sarebbe stata una riunione tra i membri più importanti del nostro esercito, se così si poteva chiamare, una riunione a cui mio padre avrebbe preso parte e che io invece avevo preferito evitare. Avrei potuto comunque ascoltare qualunque cosa si dicesse lì dentro, se lo avessi voluto, soltanto mantenendomi alla giusta distanza e facendo un po’ di attenzione, ma non lo feci, quel giorno non avevo intenzione di preoccuparmi di quel genere di affari e avevo invece preferito prendere il largo per qualche ora, per occuparmi dei miei personalissimi affari. Era stata una settimana lunga e lo sarebbe stata ancora dato che gli impegni e le questioni da sbrigare non mancavano mai ma, per quanto fosse possibile per uno come me, quello che volevo quel giorno, una volta terminati gli incontri necessari, era soltanto passare qualche ora in tranquillità. Non avevo mai amato molto le occasioni mondane, anche se avevo sempre avuto cura di mascherarlo. Erano quelle le occasioni in cui si potevano conoscere delle persone e iniziare dei legami che sarebbero potuti essere fruttuosi, ma era necessario riuscire a scavare sotto tutta quella marmaglia che si recava a quegli eventi soltanto per farsi vedere e spettegolare, riuscendo a trovare quel poco di buono che poteva nascondersi in mezzo a tutto il resto. E non era così semplice, ancora meno quando si era il cosiddetto principe ereditario e quindi tutti quanti speravano di ottenere un saluto da parte tua. Quel giorno tuttavia non avevo alcuna voglia di perdere tempo e rimanere per delle ore intere immerso in quel fastidioso chiacchiericcio, quindi quel viaggio durato soltanto alcune ore era stato la scusa eccellente per sfuggire a quella noia insopportabile. Il castello era un luogo soffocante, da cui preferivo tenermi lontano per tutto il tempo possibile, anche se sapevo che, prima o poi ci sarei dovuto tornare. Scesi dalla mia carrozza e lasciai che il sole illuminasse il mio volto per qualche momento, mentre le persone si zittivano e spostavano il loro sguardo nella mia direzione, improvvisamente preoccupati. Per lungo tempo gli umani avevano negato la nostra esistenza e per altrettanto i pochi temerari in grado di credere a tutte quelle leggende sul nostro conto avevano creduto che ci fosse concesso uscire soltanto la notte, lontani dalla luce del sole che ci avrebbe ucciso all’istante. In effetti non avevano tutti i torti, se non avessimo portato con noi un cimelio incantato la luce del sole sarebbe stata oltremodo nociva per noi, ma non sapevano, gli uomini, del nostro patto con le streghe, di quell’incantesimo che ci avrebbe permesso di apparire molto più umani di quanto fossimo davvero. Io, ad esempio, umano non lo ero mai stato. Ero nato vampiro e non avevo mai conosciuto tutti quei dettagli di cui parlavano gli esseri umani, quelle piccole sensazioni che solo alle creature umane erano concesse. Noi potevamo vivere in eterno, potevamo avere la forza e la velocità, il potere, ma non avremmo mai potuto apprezzare i piccoli dettagli della vita, né la sua fugacità. Questo lo avevo imparato nei lunghi secoli che mi ero lasciato alle spalle, ma non mi aveva comunque convinto a cambiare vita, a risparmiare tutti gli umani, perché non c’era niente di più bello, ai miei occhi, del vedere scorrere quella vita sino a svanire, nel pallore della morta che, presto o tardi, avrebbe raggiunto tutti quanti. Perché anche se all’apparenza noi potevamo sembrare immortali, anche se nessuna causa naturale avrebbe mai potuto porre fine alla nostra esistenza, potevamo comunque essere uccisi, come tutti.
    Ma non era il momento di lasciarsi andare alla malinconia, a ricordi che non avrebbero mai abbandonato la mia mente e che mi avrebbero soltanto fatto perdere la calma e la pazienza troppo in fretta. Mi mossi quindi per il parco, senza prestare troppa attenzione alle persone che avevo intorno, rivolgendo soltanto qualche leggero saluto senza neanche curarmi dei volti. Mi sorprese soltanto il riconoscere il volto di una delle donne che aveva la posizione più importante all’interno del nostro esercito, colei che tanto aveva fatto parlare di sé per il suo modo di vestirsi così poco consono ad una donna. Io avevo trovato invece molto interessante quella sua scelta e il suo temperamento che mi aveva fatto subito comprendere che non si trattava di una ragazzina arrendevole, una bambola facilmente plasmabile, tutto il contrario, era una donna con una sua forte personalità, qualcuno che sarei stato curioso di conoscere e di comprendere meglio. Fu proprio per questo motivo che mi avvicinai a lei, con una scusa qualunque per iniziare una conversazione. L’accenno di un vago sorriso, appena visibile, curvò le mie labbra quando mi fece presente che lei preferiva il cielo notturno perché spesso la luce sapeva infastidirla. Onesta, diretta, non era rimasta in silenzio soltanto per compiacermi ma, al contrario, aveva cercato di dare il suo contributo alla conversazione ed era una cosa che apprezzavo. -Per qualcuno la notte è sinonimo dei pericoli più terribili. Ditemi, Miss Salazar, siete un pericolo che si annida nell’ombra? – chiesi, e neanche l’ombra del sorriso o dello scherzo colorò il mio volto, come invece quella frase avrebbe fatto sembrare. Rimasi semplicemente serio, a guardare la sua reazione ad una domanda apparentemente così sciocca, che però poteva nascondere ben altri significati. Erano tanti i traditori che si nascondevano nel castello, lo sapevo bene, così come sapevo che chiunque avrebbe negato, anche di fronte all’evidenza, ma qualche volta mi divertivo comunque ad osservare le reazioni di coloro che mi circondavano. Mantenni lo sguardo fisso su di lei, anche quando la donna lo ricambiò, prima di dirmi che non avevo interrotto nulla e che stava semplicemente decidendo come trascorrere il tempo libero che le era stato concesso. In realtà quindi avevo probabilmente interrotto la sua quiete, uno dei pochi momenti che avrebbe potuto e voluto trascorrere in solitudine, ma questo non lo avrebbe potuto ammettere. Acconsentì invece con un sorriso alla mia richiesta di compagnia per una passeggiata, una prima occasione per conoscerci in cui non mi sarei sicuramente risparmiato delle domande. Allungai la mano nella sua direzione per aiutarla a rialzarsi, anche se ero perfettamente consapevole che potesse farlo da sola vista la posizione che aveva raggiunto e quell’abbigliamento che non faceva che urlare al mondo la sua indipendenza. Il mio fu un semplice gesto di cortesia e probabilmente non avrei avuto da ridire se lei avesse deciso di rifiutare anche se probabilmente non lo avrebbe fatto, più per rispetto che per altri motivi.
    Inizia a camminare verso la parte più rigogliosa del giardino, tenendomi al suo fianco, attendendo giusto qualche momento prima di iniziare a parlare. -Mi sono perso una riunione particolarmente entusiasmante? – chiesi, rivolgendole una leggera occhiata con la coda dell’occhio, riferendomi all’incontro a cui doveva essersi recata poche ore prima e a cui avrei dovuto presenziare anche io se non avessi avuto altri impegni. -Come vi trovate qui a Londra? So che non siete di queste parti. – continuai poi, rivolgendole una domanda forse un po’ più personale. Non ricordavo esattamente da dove provenisse, ma ricordavo che fosse un luogo ben più caldo e isolato di quello in cui si trovava ora e se persino io non riuscivo a sentirsi davvero a mio agio in quel luogo, in cui tutto sommato ero nato e cresciuto, mi chiedevo come dovesse sentirsi lei. -Vi manca la vostra casa? – chiesi ancora, mentre andavamo avanti, ormai sempre più lontani dal castello e dal suo trambusto, finalmente immersi nel silenzio della natura.

    I can resist
    everything
    except temptation

    « swän » code esclusivo del London gdr. Non usare senza il mio permesso.

  13. .
    hevcate ho risposto con Erik. Il post non è un granchè, perdonami, ma hai aperto da parecchio tempo e non volevo farti aspettare oltre, quindi ho cercato comunque di risponderti anche se Erik mi viene sempre un pò difficile da muovere.



    Fraaaaaaaa ommiodiochecos'èquelpost.
    A parte che solo con la citazione iniziale di Ungaretti mi hai devastato il cuore e dovresti sentirti davvero una persona orribile per questo.
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    No, ok, a parte gli scherzo trovo fosse davvero azzeccatissima per entrare nel mood del post e ci stave assolutamente con lo stato d’animo di Jonny, ma mi hai davvero massacrata.
    Quando abbiamo iniziato questa role non pensavo che sarebbe stata COSI’ piena di feels, ma più andiamo avanti e più io non ce la posso fare a vederli così e quindi nella mia testa sono tipo in queste condizioni
    [ing] https://67.media.tumblr.com/0af28247750a43...o1_500.gif[/img]
    Anche se, poveretti, temo che ne passeranno parecchie prima di capire.
    Descrivi magnificamente questo suo trovarsi in un momento di totale agitazione in cui non sa cosa fare né cosa pensare, in cui non sa neanche di chi fidarsi. Per quanto ne sa lui anche lei avrebbe potuto sapere, anche lei avrebbe potuto far parte di quel complesso, ma spero che il semplice fatto di conoscerla non gli faccia avere dubbi sul fatto che lei non avrebbe mai messo a rischio la sua vita.
    Sono contenta che lui le abbia rivelato del complotto, cosa che probabilmente lei già sospettava, vedendolo così e in genere per come sta andando la role, ma sentirselo dire da lui è chiaramente tutta un’altra storia.
    CITAZIONE
    La osservava, con lo sguardo vacuo e spento, strinse la sua mano quando ella si sedette affianco a lui, per cercare di calmarlo. S-Se rimani con me… Sarai in p-pericolo disse, cercando il contatto con i suoi occhi e agitandosi ulteriormente. Non voglio che ti succeda qualcosa

    Qui avevo tipo gli occhi a cuoricino, perché rispetto ai dubbi che aveva lei sino a questo momento stiamo facendo chiaramente dei passi avanti che le faranno trovare una nuova determinazione.
    CITAZIONE
    Avrebbe profondamente desiderato che Margareth rimanesse lì tutta la notte, ma era, dentro di sé, consapevole che non era possibile.

    Ammettilo che vuoi uccidermi Fra.
    E niente, ho in mente varie cose e non vedo l’ora di scriverle è.è
  14. .
    Considereremo ovviamente gli avvisi in assenze, mentre non saranno validi gli avvisi in tag.
    I pv e i pg non confermati verranno direttamente cestinati e i prestavolto liberati.
    Il censimento rimarrà aperto fino al 1 Agosto.
    I pg in verde sono quelli confermati, quelli in rosso eliminati.

    CODICE
    <b>Nome PV:</b>
    <b>Confermo/Elimino:</b>



    Prestavolto Maschili



    Aiden Turner -- Edward Steven Richardson
    Alexander Skarsgård -- Alexander Fredrik Brandberg
    Channing Tatum -- Sean Peter Dustin
    Chris Evans -- Adam Harrison
    Daniel Sharman -- Jonathan Mansfield
    Gaspard Ulliel -- Erik Theodore Lancaster
    Gerard Butler -- Darren Cole Jackson
    Harry Treadaway -- Leonardo Andrea Orsini
    Hayden Christensen -- Benjamin Connor Martel
    Ian Somerhalder -- Marc Duchamp
    Iwan Rehon -- Gabriel Raphael Hunter
    James McAvoy -- Ivan Maximilian Rayleigh
    Jamie Dornan -- Alexander Julian Astor
    Jared Leto -- Donatien Duchamp
    Joseph Gordon-Levitt -- Logan Farrell
    Kit Harington -- Haides Apollon Theriaki
    Luke Evans -- Eleazar Lancaster (png; vuoi richiedere?)
    Liam Hemsworth -- pg Aruna Divya (24/4)
    Marius Hordijk -- Aidan Michael Ward
    Mathias Lauridsen -- Ezra Von Richter
    Max Irons -- Maxwell Matityahou Miller
    Richard Madden -- Reidar Aldarich Baumann
    Robert Downey Jr -- Ulysses Richard Zimmerman
    Ryan Gosling -- Derek Sullivan
    Sam Heughan -- y u g e n (30/04)
    Sean Faris -- Jean Baptiste Duchamp
    Xavier Samuel -- Balder Damon Laevatein Astor


    Prestavolto Femminili



    Adelaide Kane -- Arianne Rhoda Lancaster
    Alicia Vikander -- ‘R-ƒräncës‚ (17/03)
    Amber Heard -- Margareth Elizabeth Hamvik
    Barbara Pavlin -- Catlin Kenna Wilde
    Blake Lively -- bittersweet ; (22/04)
    Candice Accola -- Claire Duval
    Deborah Ann Woll -- Viktoria Portia Forsberg
    Emilia Clarke -- Athena Roslyn NIkandros
    Emma Roberts -- Autumn Hurtington
    Eva Green -- Lilith Cassandra Hargreave
    Evan Rachel-Wood -- Anjelica Eloise Astor
    Freya Mavor -- Lyra Astrea Keldrae
    Holland Roden -- Anastasia Irina Shakelova
    Jessica Lowndes -- Arja Eila Kellman
    Karen Gillan -- « Queen Susan » (20/05)
    Kate Blanchett -- Amelia Isadora Soàve
    Katerina Graham -- Amanda Rosalie Mondrian
    Katheryn Winnick -- Meredith Danielle Pierce
    Katie Mcgrath -- Cara Eliza Lynch
    Katy Perry -- Lilyan Marine
    Kaya Scodelario -- Isis Amunet Qamar
    Keira Knightley -- Elisewin Salazar
    Lucy Hale -- Giselle Brigitte Lemaire
    Luma Grothe -- April Noelle Yvonne Reynolds
    Marion Cotillard -- Cecylia Anastazja Keens
    Megan Fox -- Mary Lancaster
    Mélanie Laurent -- Annuska Elena Bezuchov
    Mila Kunis -- Zsófia Kinga Török
    Phoebe Tonkin -- Anahita Naheed-Duchamp
    Rachel Weisz -- Gwendolyn Wood
    Scarlett Johansson -- Selina Iya Vladov
    Shailene Woodley -- Sharlene Jones
    Taylor Swift -- Isolde Marjorie Dustin
    Troian Bellisario -- Aleksandra Nina Vladov
    Zoey Deutch -- Elizabeth "Samantha" Montgomery


    Edited by 'spencer - 17/8/2016, 07:31
  15. .
    Fraaaaaaa <3
    Finalmente ho un attimo per commentarti il post
    CITAZIONE
    Un occhio poco attento avrebbe di certo associato quella figura eterea ad un Angelo austero, dolce nei rari momenti in cui sul suo viso l'angolo della bocca si piegava per dispensare un flebile sorriso.

    In effetti non ha esattamente l’aspetto che chiunque assocerebbe ad un demone, forse anche per via di quel suo essere così elegante in ogni momento, tutto il contrario di quello che appare Leo in tutto il suo disinteresse verso le formalità del mondo che lo circondano.
    In ogni caso adoro il modo in cui lo descrivi e tutti i paragoni che riesci sempre a tirare fuori.
    CITAZIONE
    La capacità di possedere la mente altrui non era forse un'aperta manifestazione dei poteri demoniaci?

    In effetti non mi sono mai chiesta cosa Leo potrebbe pensare del suo potere xd
    CITAZIONE
    E cosa preferite, se posso curiosare un po' tra le vostre preferenze? domandò discretamente, senza voler dare l'impressione di voler ficcanasare nelle abitudini del vampiro.

    Meeeheeee <3
    Io sto fangirlando ma tu lascia stare. Vedrò che cosa ideare con quella testa di zucca che mi ritrovo a muovere u.u di solito non ama molto parlare di sé, vedremo xd
    CITAZIONE
    Tuttavia era sinceramente attratto da quella figura, gli veniva difficile trattenersi nel porre domande, per conoscerlo meglio. Desiderava sapere di che cosa si occupava, come trascorreva il suo tempo

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    CITAZIONE
    Inizialmente siete stato l'argomento di maggior interesse: Mr.Lewis si è offeso a morte a causa delle vostre parole. O anche delle mie, ma ovviamente tanto è inetto nell'arte quanto lo è nel mostrare coraggio e davanti a me non ha osato manifestare alcun segno di risentimento.

    Qui ho iniziato a ridacchiare come una deficiente, te lo dico.
    CITAZIONE
    Non nascondo un certo risentimento nei confronti dei miei familiari, per cui qualsiasi attività che mi tenga lontano da casa è più che ben accetta

    Questo potrebbe essere un tasto dolente, non so come reagirà anche al solo sentir nominare una famiglia, lui che ha così tanti conti in sospeso con la sua.
    Il post mi è piaciuto molto e ho qualche idea, spero di non metterci una vita a risponderti.
1376 replies since 1/3/2009
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