Posts written by 'spencer

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    Presa visione
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    Considereremo ovviamente gli avvisi in assenze, mentre non saranno validi gli avvisi in tag.
    I pv e i pg non confermati verranno direttamente cestinati e i prestavolto liberati.
    Il censimento rimarrà aperto fino al 15 Novembre.
    I pg in verde sono quelli confermati, quelli in rosso eliminati.

    CODICE
    <b>Nome PV:</b>
    <b>Confermo/Elimino:</b>



    Prestavolto Maschili


    A
    Aiden Turner -- Edward Steven Richardson
    Alexander Skarsgård -- Alexander Fredrik Brandberg

    B

    C
    Channing Tatum -- Sean Peter Dustin
    Chris Evans -- Adam Harrison

    D
    Daniel Sharman -- Jonathan Mansfield

    E

    F

    G
    Gaspard Ulliel -- Erik Theodore Lancaster
    Gerard Butler -- Darren Cole Jackson

    H
    Harry Treadaway -- Leonardo Andrea Orsini
    Hayden Christensen -- Benjamin Connor Martel

    I
    Iwan Rehon -- Gabriel Raphael Hunter

    J
    James McAvoy -- Ivan Maximilian Rayleigh
    Jamie Dornan -- Alexander Julian Astor
    Jared Leto -- Donatien Duchamp
    Joseph Gordon-Levitt -- Logan Farrell

    K
    Kit Harington -- Haides Apollon Theriaki

    L
    Luke Evans -- Eleazar Lancaster (png; vuoi richiedere?)
    Liam Hemsworth -- pg Aruna Divya (24/4)

    M
    Mathias Lauridsen -- Ezra Von Richter
    Max Irons -- Maxwell Matityahou Miller


    N

    O

    P

    Q

    R
    Richard Madden -- Reidar Aldarich Baumann
    Robert Downey Jr -- Ulysses Richard Zimmerman
    Ryan Gosling -- Derek Sullivan

    S
    Sean Faris -- Jean Baptiste Duchamp

    T

    U

    V

    W

    X

    Y

    Z




    Prestavolto Femminili



    A
    Alicia Vikander -- ‘R-ƒräncës‚ (17/03)
    Amber Heard -- Margareth Elizabeth Hamvik

    B
    Barbara Pavlin -- Catlin Kenna Wilde
    Blake Lively -- bittersweet ; (22/04)

    C


    D
    Deborah Ann Woll -- Viktoria Portia Forsberg

    E
    Emilia Clarke -- Athena Roslyn NIkandros
    Emma Roberts -- Autumn Hurtington
    Eva Green -- Lilith Cassandra Hargreave
    Evan Rachel-Wood -- Anjelica Eloise Astor

    F
    Freya Mavor -- Lyra Astrea Keldrae

    G

    H
    Holland Roden -- Anastasia Irina Shakelova

    I

    J
    Jessica Lowndes -- Arja Eila Kellman

    K
    Katerina Graham -- Amanda Rosalie Mondrian
    Katheryn Winnick -- Meredith Danielle Pierce
    Katie Mcgrath -- Cara Eliza Lynch
    Katy Perry -- Lilyan Marine
    Kaya Scodelario -- Isis Amunet Qamar
    Keira Knightley -- Elisewin Salazar

    L


    M
    Marion Cotillard -- Cecylia Anastazja Keens
    Megan Fox -- Mary Lancaster
    Mélanie Laurent -- Annuska Elena Bezuchov
    Mila Kunis -- Zsófia Kinga Török

    N


    O

    P
    Phoebe Tonkin -- Anahita Naheed-Duchamp

    Q

    R
    Rachel Weisz -- Gwendolyn Wood

    S
    Scarlett Johansson -- Selina Iya Vladov
    Shailene Woodley -- Sharlene Jones

    T
    Taylor Swift -- Isolde Marjorie Dustin
    Troian Bellisario -- Aleksandra Nina Vladov

    U

    V

    W

    X

    Y

    Z
    Zoey Deutch -- Elizabeth "Samantha" Montgomery


    Edited by 'spencer - 17/11/2016, 09:01
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    Aggiunti anche noi ^^
    Grazie a voi della richiesta, chiudo.
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    RICHIESTA ACCETTATA


    › Aggiungete il/i banner del nostro forum e avvisate in questo post, dopodiché noi faremo lo stesso.
    Trovate i nostri banner qui. Grazie per la richiesta!

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    Anche a me piace molto come sta venendo fuori il loro rapporto ** le adoro insieme!
    Se ti va per me possiamo chiudere con il tuo sì, tanto le cose fondamentali se le sono dette e ci organizziamo poi per la prima role con Rei <3
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    Giuls ho risposto con Lilith dopo secoli! Scusa l'attesa e il post che questa volta non è proprio un granchè. Se ti va possiamo chiuderla in breve e magari fare quel viaggio verso la cripta, oppure se vuoi possiamo aprire una delle role con gli altri miei pg che volevi legare a lei ^^
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    Lilith C. Hargreave» witch
    Il mondo era cambiato molto negli ultimi tempi, le forze in gioco erano mutate e con esse i protagonisti delle sorti del mondo. Se prima gli umani erano stati convinti di essere gli unici esseri senzienti a popolare la Terra, con il tempo si erano dovuti ricredere e avevano compreso che il predominio non sarebbe più stato qualcosa di scontato. I vampiri avevano scelto di uscire dalle proprie tane, di abbandonare le ombre in cui si erano celati per secoli e di imprimere la propria personale cifra nella conquista del mondo. Molte cose erano cambiate da quella grande guerra, mentre altre erano inesorabilmente rimaste immutate, come l’odio per chi era più diverso e per questo considerato maggiormente pericoloso. Le streghe e gli stregoni, un tempo creduti solo delle leggende, erano stati costretti a piegare il capo di fronte ai nuovi signori del mondo, ad accettare di assecondare i loro voleri, e molti lo avevano fatto, sperando in questo modo di poter continuare a vivere una vita serena. Non erano che degli sciocchi illusi ovviamente, uomini e donne che non comprendevano il vero valore del proprio potere e ciò che sarebbe stata in grado di fare la nostra razza se soltanto avessimo avuto il coraggio di osare. E se in un primo momento avevo pensato di tentare, era stato presto chiaro ai miei occhi che avrei soltanto perso una parte del mio prezioso tempo e che per me era molto più sicuro e conveniente continuare a celarmi nell’ombra, senza dare troppo nell’occhio. Una strega comune sarebbe passata abbastanza inosservata, ma non un’ibrida, e questo Miss Duchamp lo doveva sapere più che bene, dato che questa era un’altra delle cose che non erano affatto cambiate negli anni. I vampiri avevano sempre temuto il frutto del loro amore con i loro più storici nemici e avrebbero fatto di tutto pur di distruggerlo, senza neanche provare a valutare la cosa. il suo legame con Eugéne era stato un porto sicuro, perché il suo status la metteva al sicuro e lontana da occhi troppo indiscreti, ma ora che era divenuta una vedova, ora che qualcuno avrebbe di nuovo potuto ritenerla appetibile, non sarebbe più stato così semplice nascondere la propria natura, soprattutto senza avere ricordi del proprio passato, senza sapere se ci fosse ancora qualcuno che la stava aspettando, o che sapeva il suo segreto e che per questo potesse volerla distruggere.
    Per questo discutere di certi argomenti in un pubblico, sebbene ci trovassimo in un cimitero, non sarebbe stata una buona idea. Quelli erano luoghi poco frequentati di solito, ma non si poteva mai sapere chi fossero le persone che si attardavano su una tomba, né se fosse genuino ciò che mostravano nei riguardi di un defunto. Per quanto potessimo saperlo poteva trattarsi di spie che si recavano in quei luoghi solo per ascoltare le conversazioni degli altri e che non avevano idea di chi fossero le persone a cui appartenevano i nomi sulle lapidi a cui fingevano di fare visita. E poi c’erano sempre i mutaforma, quelle creature in grado di tramutarsi in qualunque animale o persona che erano in quel caso forse una tra le cose più pericolose. La invitai quindi a seguirmi all’interno di una cripta dove, con l’aiuto della mia magia, avrei potuto celare i nostri discorsi a chiunque. Non era difficile comprendere che l’idea di entrare di nuovo in un luogo come quello non le andasse troppo a genio, ma si mostrò abbastanza risoluta nel voler procedere comunque, sembrava disposta ad affrontare qualunque cosa pur di portare a termine il suo obbiettivo e questa era una cosa che apprezzavo nelle persone, soprattutto in quelle con cui avrei dovuto collaborare e condividere il mio tempo. Mi confidò di non avere molti ricordi felici e le mie labbra si incurvarono appena a quel punto perché anche io probabilmente se fossi stata chiamata in causa avrei dato una risposta simile alla sua. Lei non poteva sapere se nel suo passato ci fosse qualcosa di felice, io invece lo sapevo, ma quel periodo era stato troppo breve per potermi impedire di provare un certo rimpianto. Non amavo parlare molto di me stessa e del mio passato, di tutto ciò che avevo perduto e di ciò che ancora cercavo di recuperare, in qualche modo. Amavo mia figlia più di qualunque cosa al mondo eppure proprio per questo non potevo acconsentire alla sua richiesta. Voleva che rinunciassi alle nostre vite, che lasciassi che il mio corpo divenisse cenere, come avrebbe dovuto fare tanti decenni prima e che anche la sua vita finisse, solo perché non era disposta a sopportare il peso di quella magia, ma io non avrei lasciato che morisse, non avrei permesso a niente e nessuno di portarmi via anche lei, anche a costo di dover vivere per il resto dei suoi giorni con il suo odio.
    Ma non era il momento di lasciarsi andare a simili pensieri e per questo mi concentrai completamente sui racconti di Miss Duchamp, in particolare su ciò che mi disse riguardo ai suoi sogni perché questo poteva essere uno spiraglio di luce nella tenebre della sua mente. Era evidente che a lei quello sembrasse ben poco, nulla di troppo rivelante dato che comunque quei sogni non erano in grado di darle delle risposte, ma avrebbe capito con il tempo che quelli potevano essere la chiave di tutto, che avremmo anche potuto con il tempo scegliere di forzarli per permetterle di ricordare quanto più possibile, ma non era ancora il momento. Se lo avessimo fatto ora, senza tentare prima altre strade, la sua mente ne sarebbe potuta uscire danneggiata, o avrebbe potuto chiudersi in maniera ancora più serrata e allora ogni sforzo fatto sino a quel momento sarebbe stato completamente inutile. La magia necessitava del suo tempo e se era stata una magia a turbare la sua mente, come alcuni elementi mi davano da pensare, allora non potevamo permetterci di commettere alcun errore. La natura di ogni magia andava compresa a fondo prima di poter agire contro di essa. Avrebbe dovuto attendere e ormai doveva averlo compreso, ma sembrò comunque apprezzare il fatto che sembrassimo aver preso una strada che avrebbe potuto condurci alla soluzione del problema. Il suo compito non sarebbe stato semplice, né privo di dolore, ma mostrò immediatamente una forza fuori dal comune nell’accettare senza alcun compromesso pur di riuscire a giungere a destinazione. Tornare in quel luogo non le avrebbe certo dato dei ricordi felici, ma forse avrebbe potuto permetterci di comprendere, scavando più a fondo, come avesse fatto a finire lì. -Se è rimasta qualche traccia di chi vi ha portato lì o di come vi siate giunta, tornare in quel luogo è l’unico modo per trovarla. – spiegai quindi, cercando di essere più chiara su quello che avremmo fatto in quel luogo, dato che tenerla all’oscuro non sarebbe servito a molto, se non a renderla più restia a collaborare e allora quell’accordo non sarebbe sicuramente andato a buon fine. Mi disse che trovare l’entrata sarebbe potuto essere un problema dato che lei si era fatta largo tra muri in rovina e non ricordava esattamente la strada che aveva seguito per raggiungere l’uscita dalla stanza in cui si era risvegliata. -Oh non temete, troveremo un modo affinchè tutto vi sia più chiaro, a tempo debito, se sarà necessario. – dissi, lasciandole intendere che avrei fatto davvero ogni cosa in mio potere per mantenere fede alla parola data, anche a costo di ricorrere immediatamente alla mia magia su di lei e doveva esserle chiaro senza bisogno di ulteriori spiegazioni che la cosa non sarebbe stata piacevole. Ma sembrava comunque che Miss Duchamp non fosse una donna che si lasciava spaventare molto facilmente.
    Avrei analizzato il taccuino che mi aveva affidato in ogni dettaglio e di sfruttare le mie conoscenze sparse per il mondo per cercare di trovare nomi o luoghi che potevano trovarsi al loro interno, anche se questo avrebbe potuto voler dire che mi sarei dovuta allontanare da Londra per qualche tempo. Alcune faccende erano troppo importanti per poter essere affidate a delle lettere che chiunque avrebbe potuto intercettare. La ascoltai con più interesse quando mi disse che le persone contenute in quel taccuino sembravano non trovarsi più dove avrebbero dovuto o che forse avevano trovato un modo di cambiare identità. -Nessuno può nascondersi per sempre Miss Duchamp, se quelle persone sono vive verranno trovate. – dissi, senza preoccuparmi di nascondere la possibilità che quelle persone potessero anche essere già morte. Era bene che sapesse che quella ricerca avrebbe anche potuto portarla ad una solitudine ben più nera di quella che credeva di vivere e doveva essere preparata anche a questo genere di evenienza. Poteva anche scoprire che chiunque lei avesse conosciuto nel passato, chiunque avesse avuto un sincero legame con lei, potesse già essere scomparso, senza alcuna possibilità di essere riportato indietro. Anche le creature come lei potevano essere uccise, e se lei era stata resa incapace di agire in quel mondo, qualcun altro poteva aver incontrato un destino simile al suo, o forse anche peggiore. Le chiesi di dirmi qualunque cosa potesse venirle in mente e mi disse di ricordare un forte odore di muffa all’interno della cripta, e di cera, il che non fece che rendere più probabile la mia teoria, probabilmente qualunque cosa le fosse successa doveva essere stata causata dalla magia. Inarcai quindi appena il sopracciglio, concentrandomi su quel dettaglio, mentre mi diceva che probabilmente nessuno era stato lì dentro durante il suo sonno dato che il posto sembrava essere andato in rovina e io annuii, perché anche questa era una buona notizia. -Sono abbastanza convinta che sia stata una magia a privarvi della vostra memoria, anche se ancora non ho un’idea chiara su che tipo di incantesimo potrebbe essere stato, probabilmente potrò darvi maggiori notizie quando saremo in quel luogo. – dissi, con cautela, tenendo lo sguardo dritto nel suo. tenerla all’oscuro di ogni cosa non sarebbe servito, ma neanche false speranze. -Ma non potrò trarre molte notizie se l’incantesimo non è stato compiuto in quel luogo, quindi potrebbe anche essere un vicolo cieco, sotto certi aspetti. – continuai, mettendola in guardia. Doveva capire che poteva essere importante, ma anche un fiasco totale e in nessuno dei casi avrebbe dovuto perdere la pazienza. -Faremo questo viaggio molto presto, nel frattempo cercate di prestare attenzione ad ogni dettaglio, anche il più piccolo e appuntatelo da qualche parte perché possiate ricordarlo. – continuai, senza preoccuparmi di specificarle che avrebbe dovuto tenere qualunque taccuino avesse usato per quegli appunti in gran segreto, così come aveva fatto con quello che mi aveva appena ceduto. -Se doveste avere altri sprazzi di ricordi cercate di metterli a fuoco quanto più possibile e di annotare anche questi, potreste scoprire con il tempo di riuscire a vedere le cose con maggiore chiarezza, per quanto doloroso. – continuai, mantenendo ancora lo sguardo su di lei nel darle quelle indicazioni. In quel momento lei era l’unica vera fonte di notizie che possedessimo e avrebbe dovuto fare del suo meglio per tirare fuori tutto il possibile da se stessa. -C’è qualcosa che volete chiedermi? Qualcosa che non vi è chiaro? – chiesi, infine, ammorbidendo appena il tono nel porle quelle domande.


    I always felt there were two kinds of people. Wolves and sheep -
    those who kill and those who get killed.

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    Fraaaanciiii ho letto il post di Ezra e devo ammettere che mi era mancato <3
    Premettiamo che Ezra gli ah SORRISO e già questo mi ha fatto andare in fangirling perché sono troppo ciccipucciosi e ogni volta la mia faccia è sempre questa.
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    E’ una mia impressione o Ezra sta lentamente entrando un po’ più in confidenza con Leo e inizia in qualche modo a scherzare e aprirsi un pochino di più?
    Mi piace sempre il modo in cui sottolinei che in ogni cosa che fa Ezra sia sempre molto composto, molto a modo, proprio perché questa è diventata una parte di lui di cui in qualche modo non può fare a meno e temo che questo potrebbe diventare un motivo di contrasto dato che invece Leo spesso si lascia andare a momenti sin troppo emotivi che forse potrebbero turbare Ezra, è da vedere, ma sono davvero curiosa di scoprirlo.
    CITAZIONE
    In tal modo, però, lasciate che le persone vi scavalchino. Non permettete che vi si rispetti

    Leo è assolutamente disinteressato a queste cose xd non ti dico molto a riguardo, tanto lo leggerai, ma temo che non riusciranno mai a trovare un punto di incontro riguardo alle loro idee sul mondo xd
    CITAZIONE
    Se fare il monaco significasse solamente studiare e scrivere, beh, non mi dispiacerebbe. Tuttavia non credo di essere in grado di rinunciare ai miei agi e alle mie occupazioni mondane

    Qui onestamente sono morta dalle risate, io lo adoro <3
    Hanno iniziato a trattare il discorso della scrittura e dello studio! Ancora non so quanto gli rivelerà ma attendo con ansia il momento in cui Leo lo porterà nel suo laboratorio **
    CITAZIONE
    Ezra sperava di riuscire a conoscere meglio quelli che erano i demoni del vampiro. Aveva osservato come il parlare dell’Italia e della sua famiglia lo turbasse e ciò era motivo di estrema curiosità.

    Bene, almeno un po’ lo abbiamo incuriosito e non trova Leo una persona mortalmente noiosa! Siamo sulla buona strada, me lo sento u.u
    Il post mi è piaciuto moltissimo e spero di riuscire a risponderti presto!
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    Erik T. Lancaster » Vampire
    Non avevo mai amato troppo essere circondato da troppe persone. Era divenuta un’abitudine per me a causa del nome sin troppo pesante e famoso della mia famiglia, ma anche se all’apparenza sapevo risultare perfettamente a mio agio in situazioni come quelle, avevo sempre preferito atmosfere più calme e silenziose. Non ero come mio fratello Niklaus, lui che voleva sempre essere al centro dell’attenzione, sempre al centro dei pettegolezzi e degli sguardi di tutti, lasciandosi andare ad azioni avventate e sin troppo plateali solo per quei motivi: per far parlare di sé, per non rimanere nell’ombra, perché nessuno scordasse il suo nome. Io invece avevo sempre preferito agire in silenzio, osservare, circondarmi soltanto di persone che ritenevo degne di tale ruolo evitando di trascorrere con loro troppo tempo perché gli altri non potessero comprendere a fondo la natura del nostro rapporto. Portare un nome come quello dei Lancaster era un impegno continuo e non era mai consentito abbassare la guardia, non se non si voleva rischiare di vedere mandati in fumo i propri piani. E così era sempre stato per me, sin dal primo momento. Avevo imparato a guardarmi le spalle, a non fidarmi di nessuno, a studiare attentamente ogni persona, perché chiunque poteva dimostrarsi un pericolo o un ostacolo, anche chi a prima vista sembrava assolutamente innocuo. Quindi osservai anche lei, senza preoccuparmi di risultare invadente o insistente, perché nessuno si sarebbe mai sognato di rimproverare una cosa simile ad un membro della famiglia Lancaster. Non sapevo ancora che cosa pensare di lei, di quella giovane vampira che teneva tra le sue mani la gestione delle flotte della nostra famiglia e che avrebbe quindi potuto muovere un esercito di pirati e marinai se lo avesse voluto. Invece sembrava preferire la solitudine. Non ricordavo di averla mai vista in compagnia dei suoi uomini al di fuori delle sue missioni e questa era una cosa che ancora non riuscivo ad interpretare. Non capivo se fosse una semplice questione caratteriale, se effettivamente non amasse molto la compagnia di chiunque, o se piuttosto quella distanza nascondeva invece qualcosa. Non era difficile pensare ad un tradimento dietro ogni angolo nel nostro ambiente, ma lo era invece confermare i propri dubbi o smentirli.
    Osservai quindi la sua figura, stretta in abiti maschili che poco si addicevano ad una donna secondo i canoni della nostra società, che però lei portava con fierezza, come se il giudizio altrui non fosse in alcun modo in grado di scalfirla. Lei voleva vestire in quel modo, e questa era l’unica cosa di cui si curasse. Forse mia sorella Mary avrebbe potuto obbiettare qualcosa a riguardo, lei che doveva apparire la migliore tra tutte e che forse avrebbe potuto prendere come un’offesa un simile modo di vestire che faceva chiacchierare troppo di Elisewin, ma per me invece questo non sarebbe mai stato un problema. Non era soltanto dal modo di vestire che si poteva giudicare qualcuno, ed era ben altro ad interessarmi. Avevo sempre apprezzato in qualche modo l’onestà. Preferivo le persone in grado di prendersi le responsabilità delle proprie azioni, quelli che dopo aver fatto una scelta la portavano avanti a testa alta, piuttosto che quelli che avrebbero inventato qualunque storia, anche quelle meno credibili, pur di sfuggire alla giustizia. Sorrise quando lei chiese se anche lei non era altro che un pericolo nella notte e mi disse che lei era un pericolo per chi era al centro di complotti o tradimenti e che loro avrebbero dovuto avere paura di lui. Ero onestamente curioso di sapere dalla parte di quale membro della famiglia si sarebbe schierata nel caso in cui lo scontro che da sempre aleggiava nell’aria si fosse palesato di fronte ai nostri occhi. Avrebbe visto come tradimento il tentativo di un figlio di prendere il posto di suo padre? Oppure anche lei avrebbe preferito un cambiamento di regnante? Di certo era una domanda a cui non avrei potuto ottenere risposta quel giorno. Rimasi in silenzio mentre lei si lasciava andare ad un discorso sulla paura, su quante monarchie in passato l’avessero usata e su quanto essa sapesse essere un’arma a doppio taglio e per questo lei preferiva non utilizzarla, preferendo il rispetto alla paura, per poi aggiungere che stava a me decidere se temerla o meno. L’ombra di un sorriso colorò il mio volto a quel punto perché, no, non la temevo, era raro che io fossi in grado di temere qualcuno, ma questo non voleva neanche dire che mi fidassi di lei, non ancora per lo meno. E il mio sguardo si fece più incuriosito quando disse che la sua fedeltà era eterna, una volta conquistata. Questa poteva essere una cosa interessante sul suo conto, una cosa da tenere bene a mente. -Una volta conquistata. – ripetei io, con un tono vagamente enigmatico, come a dire che ancora non ero sicuro che la sua fiducia fosse stata conquistata, soprattutto per quanto riguardava me, ma li limitai soltanto a pronunciare quelle parole, senza aggiungere nient’altro, come se avessi voluto semplicemente ripeterle per fissarle nella mia mente e ricordarle. Una cosa inutile ovviamente, dato che io non dimenticavo mai nulla.
    Mi disse che la riunione non era stata molto interessante e che si era parlato dei soliti problemi che non avevano ancora ottenuto soluzione e che i fallimenti degli ultimi tempi avevano solo reso tutti più irrequieti. -Mio padre troverà certo una soluzione. – dissi, con lo stesso tono neutro che avevo usato in precedenza perché, sì, lui trovava sempre una soluzione, il problema è che spesso le sue idee non tenevano in considerazione ciò che gli altri avrebbero dovuto passare per le sue scelte, ma questa era un’altra storia, qualcosa di cui non avrei di certo potuto parlare con lei, che probabilmente doveva aver riposto in lui tutta la sua fiducia. Erano in molti a farlo, affascinati da una figura così solida, così apparentemente perfetta, non avrebbero potuto fare una scelta più sbagliata. Eleazar Lancaster agiva soltanto per se stesso e la sua fedeltà non era mai stata rivolta verso nessuno. Evitai però di mantenere troppo a lungo il discorso su mio padre e su quelle riunioni, preferendo invece puntare su domande un po’ più personali, che avrebbero potuto farmi sapere di più sul conto della vampira. Londra le piaceva, ma qualche volta sapeva essere insopportabile e potevo capirla. Non mancai di cogliere la sua espressione farsi più seria quando le chiesi della sua casa, segno che non doveva essere un argomento molto piacevole per lei, tanto che mi disse che non aveva più un posto da chiamare casa perché nel luogo in cui era nata non le rimaneva più nulla, prima di girare a me una domanda molto simile. -Non sono mai stato un tipo molto sentimentale a dire il vero. – iniziai, con tutta tranquillità, perché non c’era niente di più vero che potessi dirle, anche se non era solo per questo che non riuscivo ad amare Londra. -Sono più il tipo che preferisce viaggiare e non avere una casa fissa, ho sempre voluto visitare tutto il mondo, credo sia per questo che non mai rimanere qui troppo a lungo. – dissi, rivelando volontariamente quella notizia forse troppo personale sul mio conto perché non potevo aspettarmi che lei fosse sincera e mi rivelasse delle cose sul suo conto se io non avessi fatto altrettanto. -Voi dovete aver visto molti luoghi durante i vostri viaggi. – dissi, in quella che suonò molto più come un’affermazione che come una domanda, dato che mi sembrava una cosa scontata visto che aveva una nave a sua disposizione. -C’è qualche posto in particolare in cui vi piacerebbe tornare? – chiesi, facendo una piccola pausa prima di proseguire. -Io credo di essere rimasto in qualche modo legato all’India, ai suoi colori, ai suoi profumi, è stato uno dei viaggi di cui ho maggiore memoria. – rivelai, facendo il primo passo in quel breve scambio di opinioni sul mondo. Anche lei, come me, sembrava una persona che amava particolarmente viaggiare e forse quello sarebbe potuto essere un punto di contatto tra di noi, qualcosa da cui iniziare. Avevo in mente di fare presto un nuovo viaggio, ma per il momento tenni la cosa per me. Ancora non avevo deciso cosa pensare sul suo conto e non sapevo se lei sarebbe stata disposta ad accompagnarmi, anche se avrei potuto tranquillamente sfruttare una delle sue prossime missioni e decidere di invitarmi sulla sua nave.

    I can resist
    everything
    except temptation

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  10. .
    Bentornata tra noi Lady!
    Scusa il ritardo nel risponderti ma sono state delle giornate davvero piene.
    Sono contenta che tu abbia deciso di ripresentarti, sono curiosa di vedere quali saranno i tuoi nuovi pg ^^
  11. .

    Leonardo A. Orsini » Vampire
    Guardandoci dialogare insieme probabilmente chiunque avrebbe potuto notare l’apparente perfezione dell’eternità impressa nei nostri corpi. Anche per chi non era avvezzo a comprendere quali creature si celassero dietro un volto, un corpo e un atteggiamento, c’era sempre stato qualcosa di estatico e particolare nella vista di qualcosa di eterno, che era poi ciò che sapeva rendere i vampiri così affascinanti agli occhi delle loro prede, troppo prese a cercare di spiegarsi che cosa in essi sapesse attrarli, per rendersi conto del pericolo prima che fosse troppo tardi. Avevo sempre trovato una beffa poco divertente l’avere a che fare con un corpo che molti avrebbero potuto definire perfetto quando dentro di me nulla poteva rispondere a quella stessa definizione. Ero sempre stato un uomo spezzato che faceva non poca fatica a trovare il suo posto nel mondo, nonostante in apparenza si potesse dire che io lo avessi trovato. Un leggero sorriso divertito increspò appena le mie labbra quando Ezra mi chiese di illustrargli almeno qualcuna delle mie preferenze. -State tentando di cogliermi in fallo, Mr. Richter? – chiesi, e quella punta di divertimento era abbastanza visibile nel mio sguardo e chiara nella mia voce, a dimostrazione che, in fin dei conti, quella domanda non mi aveva affatto turbato. -Di solito preferisco non esprimere alcuna preferenza, le persone tendono ad offendersi se qualcuno non è d’accordo con loro e preferisco evitare inutili screzi. – spiegai, cercando di fargli capire il motivo per cui di solito tendevo a stare per le mie, anche quando si trattava di sciocche discussioni all’interno di un salotto da cui avrei volentieri preso le distanze. -L’architettura inglese è diversa da quella che più generalmente si potrebbe definire come nordica e devo dire che, se devo essere sincero, forse quella inglese è proprio quella che meno riesce ad entusiasmarmi. – dissi, con tutta l’onestà di cui ero capace, dato che ero stato direttamente chiamato in causa. -Ma ad essere del tutto onesto neanche gran parte dell’Italia sa darmi delle buone sensazioni, anche se temo sia legato a questioni ben più personali dell’architettura. – aggiunsi, con un sorriso un po’ più serio e malinconico, che lasciava intendere che c’era qualcosa di ben più serio e di ben meno divertente di cui non avevo intenzione di parlare, anche perché dubitavo che la mia vita potesse interessargli, soprattutto se si trattava di quella che avevo trascorso prima di divenire un vampiro. In sostanza, a voler leggere tra le righe, non c’era nulla che io sapessi preferire davvero, ma anche in questo caso era più dovuto ad un mio malessere personale che a ciò che mi circondava. Non avevo mai imparato a stare bene con me stesso, a stare a mio agio con tutto ciò che stava dentro la mia testa, ed era per questo motivo che non ero mai riuscito davvero ad apprezzare alcunchè. Ci avevo provato. I miei studi e i miei scritti dimostravano una voglia di conoscere e osservare probabilmente fuori dal comune, ma appena la passione che aveva fatto nascere quello scritto iniziava a spegnersi, tutto ricadeva all’interno di quel baratro che era la mia coscienza, io per primo, e terminarli diveniva per me pressochè impossibile. C’erano così tante cose che avevo iniziato e che non ero mai riuscito a concludere, probabilmente troppe, e non avevo mai trovato il coraggio di riprenderle in mano e provare a ricominciare da dove mi ero fermato, temendo di non riuscire più a trovare nulla di bello o appassionante in ciò che un tempo aveva saputo accendermi di vita e di luce. -Ad ogni modo, preferisco edifici più laici, come le biblioteche ad esempio, riesco a trovarmi decisamente più a mio agio in quel genere di silenzio. – continuai, mentre all’interno della mia mente si delineava chiaramente la differenza tra il silenzio riverenziale che si respirava all’interno di una chiesa e quello pullulante di idee delle biblioteche. Mi rivelò di essere un sostenitore dello stile classico, ma che nonostante questo le chiese avevano sempre saputo affascinarlo, per quanto paradossale potesse essere che un demone fosse attratto dall’arte sacra che invece, di contro, lo respingeva continuamente. Potevo comprendere come si sentiva, anche se non condividevo a pieno la sua repulsione fisica per quegli ambienti.
    Lo seguii quindi all’esterno, così che potesse sentirsi maggiormente a suo agio, cercando di indagare su come poi si era evoluta la situazione ai maledetti salotti di Mr. Nevinson, che da quel momento in avanti avevo più o meno gentilmente declinato. Mi disse che in un primo momento ero stato oggetto di numerose discussioni e allora alzai gli occhi al cielo, scuotendo il capo con l’aria di chi non poteva credere che davvero non avessero nient’altro di meglio da fare. Ovviamente però Mr. Lewis non aveva avuto il coraggio di manifestare a Ezra il suo risentimento, comportandosi come l’inetto che in fondo era. -Non avevo dubbi, penso che anche se dovesse incrociare il mio cammino di nuovo, e spero vivamente che questo non accada mai, tenterebbe di salutarmi come se nulla fosse successo, salvo poi bofonchiare alle mie spalle credendo che io non possa sentirlo. – dissi, con l’aria neutra di chi già troppe volte aveva dovuto vivere una situazione come quella, senza neanche cercare di mascherare quanto cose del genere sapessero infastidirmi. L’argomento ovviamente era cambiato in poco tempo, passando alle solite conversazioni, ma questo non rendeva il tutto per me più interessante. Mi disse che per lui era un modo di incontrare nuove persone, sperando magari di incontrare qualcuno di interessante e che gli permetteva di mantenersi informato, oltre al fatto che riuscisse a trovarlo persino divertimento in occasioni come quella che avevamo condiviso. Lo faceva soprattutto per stare lontano dalla sua dimora perché non aveva un ottimo rapporto con i suoi familiari e a quel punto tentai di vedere la cosa sotto una lice diversa, di capire come potesse essere vedere quel mondo con i suoi occhi, ma non mi riuscì molto bene. -Non sono mai stato molto bravo con le persone. – dissi, quando mi fece notare che bastava semplicemente evitare di mostrare il proprio fastidio a quelle persone e non prestare loro troppa attenzione. -Ho sempre preferito dedicarmi allo studio, alla conoscenza, talvolta persino alla scrittura o all’arte, piuttosto che avere a che fare con delle persone di cui non apprezzo la presenza. – continuai, con una leggera alzata di spalle, cercando di fargli capire quanto semplice fosse il mio punto di vista. -E’ per questo che detesto i salotti e più in generale le occasioni mondane, mi costringono ad avere a che fare con troppe persone che non sono molto abile a tollerare. Un tempo vi ero costretto, ma ora che posso scegliere da solo preferisco evitarlo, quando posso. – dissi, senza tuttavia fare alcun esplicito riferimento alla mia famiglia. Sebbene fossero trascorsi diversi anni dalla loro dipartita, mi veniva ancora piuttosto difficile parlare di loro con qualcuno. C’era sempre quel senso di colpa latente che provavo nei loro confronti e non mi permetteva di accettare quella seconda vita che soltanto a me era stata concessa, quello stesso senso di colpa che mi aveva convinto ad andare alla disperata ricerca di una cura, di qualcosa che potesse forse, un giorno, riportarli tutti in vita. -Voi invece li avete sempre apprezzati? – chiesi, mentre continuavamo ad andare avanti, senza una meta precisa, almeno per quanto mi riguardava. La chiesa era ormai a qualche minuto di distanza da noi e la mia dimora si trovava dall’altra parte della città, ma camminare per me non era mai stato un grosso problema, non da quando ero un vampiro, sebbene la mia scarsa propensione per il sangue non mi permettesse certo di essere in ottima salute. -Perdonatemi. Temo di essere una pessima compagnia con questa mia avversione per il mondo. – dissi poi, ad un certo punto, rendendomi conto di quanto i miei discorsi potessero suonare polemici e che probabilmente stavo riuscendo persino ad annoiarlo. Purtroppo io ero sempre stata una persona distante dal normale scorrere del tempo, chiuso in un mondo in cui soltanto io riuscivo a vivere.

    No more let life divide
    what death can join
    together

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  12. .
    Giuls il post è meraviglioso, scusa se ti scrivo solo ora. Adoro la tua pg, non sai quanto e questa role mi ispira ad ogni post sempre di più, così come loro due mi ispirano sempre di più. Sento che sarà una collaborazione interessante e piena di spunti e spero che riescano a diventare amiche perchè, cavolo, sarebbero davvero meravigliose e io già le amo!
    Il post è perfetto, non c'è davvero nulla che non vada <3
    Spero di riuscire a risponderti quanto prima!

    E More! Ho risposto con Sam, dopo secoli, spero che vada tutto bene <3
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    Elizabeth "Samantha" Montgomery » human
    Era stato strano per me ricevere una lettera da parte di Adam e in un primo momento non ero riuscita ad aprirla. L’avevo presa e l’avevo portata nella mia stanza, dove l’avevo lasciata per qualche ora mentre terminavo di svolgere le mie mansioni giornaliere all’interno del castello. Avevo cercato di non pensarci, di prendere una decisione forse sin troppo rigida e di non leggerla nemmeno, eppure non ero riuscita a fare nessuna delle due. Mi sentivo in torto nei suoi confronti, ma non c’era nulla che potessi fare per migliorare quella situazione. Non sapevo niente di lui, non lo conoscevo ed era proprio perché non sapevo di lui e di quello che avevamo passato insieme che il mio cuore aveva iniziato a provare qualcosa per il principe ed era per quello stesso motivo che ora non riuscivo ad avere a che fare con quel ragazzo. Era evidente che per lui io non dovevo essere solo qualcuno che apparteneva al suo passato, che lui voleva che io facessi parte anche del suo presente, ma purtroppo non potevo sapere se io ne sarei stata in grado. In quei giorni mi era capitato spesso di pensare a quello che mi aveva detto, a tutto quello che mi stavo perdendo del mio passato e mi era capitato in certe occasioni che il suo volto riempisse la mia mente, un volto un po’ più giovane e più spensierato di quello che avevo incontrato, un volto che doveva appartenere a quei ricordi sopiti ed era stato forse questo a farmi cedere e farmi sedere sul letto con la lettera tra le mani, una volta arrivata alla fine della mia giornata. La lettera era stata accompagnata con un piccolo pacchetto, probabilmente un regalo, qualcosa che sicuramente non pensavo di meritare. Perché lui era stato onesto con me, o almeno tutto mi suggeriva che lo fosse stato, mentre io non ero riuscita ad esserlo, non avevo potuto, perché farlo avrebbe probabilmente voluto dire spezzargli il cuore più di quanto non stessi già facendo. Avevo visto la forza con cui sembrava odiare i vampiri e come avrei potuto dirgli che uno di loro, quello che mi aveva salvata e che si era preso cura di me, aveva anche preso il suo posto all’interno del mio cuore? No, sarebbe stato troppo. Eppure allo stesso tempo sapevo che nasconderglielo era altrettanto sbagliato e che non avrebbe portato nulla di buono. Aprii la lettera e un’espressione più seria mi comparve sul volto quando lessi che aveva pensato di farmi quel regalo per farsi perdonare per il modo in cui si era comportato in precedenza e che anche se dubitava che io avrei acconsentito lui voleva rivedermi e che se avesse di nuovo superare i miei limiti sarei potuta andare via in qualunque momento. Mi avrebbe atteso sulle rive del Tamigi, di fronte ad una locanda che ovviamente non conoscevo, sperando che io mi sarei presentata. Sospirai, posando la lettera sul letto e buttandomici a mia volta, senza sapere che cosa fare. Qualunque cosa io avessi deciso sarebbe stata probabilmente sbagliata. Forse sarebbe stato meglio restar al castello, lasciare andare, lasciare che trovasse un modo anche lui per dimenticarmi dato che io non ero certa che sarei riuscita a trovare una via per ricordarlo, ma allo stesso tempo era giusto lasciarlo andare così? Lasciar andare l’unica persona che ancora poteva tenermi aggrappata alla persona che ero stata? Qualcuno a cui avevo voluto bene, qualcuno che la mia mente lottava per permettermi di ricordare nonostante non riuscisse ad ottenere ottimi risultati. Eppure qualcosa c’era, qualcosa doveva esserci nella mia testa e se avessi deciso di rinunciare, di non presentarmi, se fossi davvero riuscita a ricordarlo probabilmente me ne sarei pensata. Mi lasciai andare ad un lungo sospiro mentre cercavo di rifletterci lucidamente e trovare una risposta. Fu a quel punto che il mio sguardo cadde sul piccolo pacchetto un po’ stropicciato che avevo lasciato intatto fino a quel momento. si vedeva che chi lo aveva confezionato doveva averci messo un certo impegno anche se fare i pacchetti no doveva essere la cosa che gli veniva meglio e per questo immaginai che dovesse averlo fatto lui. tentai di immaginarlo mentre cercava di tirare fuori un pacchetto decente e la cosa mi fece soltanto stare più male. Lo afferrai, portando anch’esso sul letto e continuando a fissarlo senza riuscire a decidermi. Sentivo di non meritare un regalo, di non avere davvero il diritto di aprirlo, anche solo per curiosità, eppure non riuscii a stare fermo, avevo bisogno di capire, di vedere che cosa pensava che potesse piacermi. Lo aprii con cautela, come se la cosa mi spaventasse, trovando al suo interno una penna bellissima, con una lunga piuma blu sul retro. Chissà quanto doveva essersi impegnato per trovarla e quanto doveva averci speso. Avrei voluto restituirgliela, rimettere tutto in un pacchetto e riportargliela, ma immaginavo che la cosa lo avrebbe fatto stare male e io non volevo ferirlo. Anche se in questo momento lui per me poteva essere un estraneo, non avevo comunque intenzione di fargli del male, in alcun modo.
    Quella notte non riuscii a dormire e anche nei giorni successivi non riuscii a togliermi quel pensiero della testa, tanto da decidere infine che solo se ci fossi andata avrei potuto risolvere almeno alcuni dei miei dubbi e capire se rivederlo era la cosa giusta da fare oppure no. Rimasi a fissare il mio armadio per qualche ora, cercando di decidere quale sarebbe stato l’abbigliamento corretto per un’occasione come quella, come mi sarei dovuta vestire per evitare di illuderlo, ma anche per evitare di risultare troppo scortese. Non ero brava in quel genere di cose, non avevo memoria di occasioni in cui avevo trascorso un pomeriggio con qualcuno e da quando mi ero risvegliata nulla del genere mi era mai successo. Avrei potuto chiedere consiglio a qualcuna delle altre serve del castello, ma poi mi sarei ritrovata costretta a rispondere delle domande, tante, troppe, a cui non avevo davvero voglia di dare una risposta, perché neanche io le sapevo davvero. Alla fine optai per un abito semplice, anche perché non avevo davvero una grossa varietà di cose, ma soprattutto perché non avevo intenzione di cercare di mettermi addosso un’aria troppo costruita, qualcosa di forzato che mi avrebbe fatta sentire ancora più a disagio. Non sapevo cosa lui si aspettasse, cosa la ragazza che lui conosceva avrebbe fatto, ma io non ricordavo nulla di quella ragazza e provare a scavare nella mia memoria solo per quello sarebbe stato oltre modo sciocco. Rimasi a guardarmi allo specchio per qualche momento, incerta sul da farsi. Per tutto il tempo ero stata tentata di rimanere al castello, di evitare altre situazioni imbarazzanti, altri problemi, ma dopotutto anche io con lui non mi ero comportata nel migliore dei modi con lui. Soltanto a mente lucida, dopo qualche giorno, avevo capito davvero quanto lui potesse essere stato male per quello che era successo e quanto male ora dovesse fargli il fatto che io non lo riconoscessi, che non potesse semplicemente gettare un colpo di spugna su ogni cosa e riprendere da dove la sua vita si era arrestata. Eppure voleva comunque rivedermi, per qualche motivo. Non gli avrei detto di quei piccoli sprazzi di memoria, del fatto che il suo volto dovesse davvero essere ancora lì da qualche parte, solo che non sapevo esattamente dove. Temevo che la cosa lo avrebbe soltanto lasciato con ancora più dubbi e speranze e fino a che non sarebbe stato qualcosa di certo non sarebbe stato giusto da parte mia coinvolgerlo in quella parte della faccenda, anche se avrei davvero avuto bisogno di qualcuno con cui poterne parlare in maniera onesta e aperta. Ma lui si stava già sforzando abbastanza, e anche se probabilmente avrebbe voluto che io lo coinvolgessi completamente in quella storia, in ricordo del rapporto che avevamo avuto e che lui sperava ancora potessimo riacquistare, dal mio punto di vista non era giusto chiedergli anche quello, non ancora per lo meno. Ci sarebbe stato tempo forse, un giorno, se le cose tra di noi fossero andate meglio e sapevo che purtroppo quello dipendeva principalmente da me.
    Lasciai il castello con un po’ di anticipo, non sapendo esattamente quanto tempo avrei messo nel trovare il luogo che lui mi aveva citato nella sua lettera e considerando che non gli avevo fatto ricevere alcuna risposta, perché ero stata indecisa sino all’ultimo momento, non volevo neanche farlo aspettare troppo, o probabilmente avrebbe pensato ad un rifiuto da parte mia. Raggiunsi il Tamigi dal lato più vicino al castello e da lì iniziai a camminare, guardandomi attorno, cercando di individuare la locanda del biglietto, il luogo in cui probabilmente avremmo trascorso un po’ di tempo, o forse no, forse era un luogo come un altro dove incontrarsi, un luogo forse molto famoso che si aspettava io potessi trovare in fretta, da cui poi saremmo partiti. Ad essere onesta avrei preferito stare un po’ di tempo all’aria aperta, fare magari una passeggiata piuttosto che trascorrere altro tempo al chiuso, dentro altre quattro mura come facevo per la maggior parte del mio tempo al castello. Forse pensandoci bene avrei potuto chiedere indicazione almeno al ragazzo che mi aveva consegnato la lettera, ma ormai non potevo più tornare indietro e andare a cercarlo, dovevo giusto prestare attenzione e trovarlo da sola. Fu più semplice del previsto alla fine, dato che mi fu più semplice riconoscere lui, seduto su una panchina, piuttosto che trovare quella famosa insegna, ma aveva poca importanza, ero un po’ in ritardo, ma alla fine ero riuscita ad arrivare e lui era ancora lì. -Adam? – lo chiamai, quando fui a solo qualche metro di distanza da lui ormai, per fargli capire che ero arrivata e che non ero più così arrabbiata dato che lo stavo chiamando per nome e non volevo quindi che lui mi chiamasse Miss Montgomery, come aveva fatto nella lettera, né volevo che si rivolgesse a me in tono così formale. -Scusami, sono in ritardo. Non conoscevo questa locanda quindi ho trascorso tutto il viaggio a cercarla. Avrei dovuto chiedere aiuto a qualcuno ma la mia testa dura mi ha fatto preferire cercarlo da sola.- dissi, con l’accenno di un vago sorriso sul volto, che voleva semplicemente chiedergli di perdonarmi per quel ritardo. -Non sono molto pratica di ciò che sta fuori dal castello, non esco quasi mai. – continuai, cercando di dargli una spiegazione migliore per quanto era appena accaduto. -Oh e non perché non mi sia permesso, nel caso in cui tu te lo stia chiedendo, semplicemente non ho mai avuto qualcuno con cui farlo. – aggiunsi, subito dopo, perchè non volevo che pensasse che fossi in qualche modo prigioniera all’interno del castello, semplicemente non avevo mai avuto molti amici e nessuno me lo aveva mai proposto. In qualche modo era come dirgli che mi ero decisa ad uscire solo perché era stato lui a chiedermelo, ma questo non lo dissi esplicitamente. -Scusami, sto parlando troppo. – dissi poi, accorgendomi di avergli riversato addosso un intero fiume di parole e rivolgendogli un sorriso vagamente imbarazzato. Quello che mi aveva rivelato la volta precedente mi faceva sentire un po’ a disagio nel trovarmi lì, con lui, sapendo che lui doveva avere determinate aspettative nei miei confronti, ma mi sforzai di non pensarci troppo. -Ti ringrazio del regalo è… molto bello, anche se non avresti dovuto, sul serio. – dissi poi, ed ero assolutamente sincera. Non volevo che pensasse di dovermi fare dei regali, o di dover fare chissà cosa per me. -Non devi scusarti, ho capito perché lo hai fatto, ed è ok. – continuai, sorridendogli in maniera un po’ più aperta e tranquilla. -Com’è andata la tua giornata?- chiesi poi, dimostrando di avere tutta l’intenzione di fare un po’ di conversazione, di conoscerlo, se così si poteva dire, sempre che lui fosse disposto a farsi conoscere di nuovo. -Avevi delle idee particolari per oggi? – domandai ancora, e mi accorsi di stare dimostrando maggiore iniziativa della volta precedente, senza tuttavia chiedermi come lui avrebbe potuto prenderla. -Preferirei non stare all’interno della locanda, se per te non è un problema. Preferirei fare una passeggiata, o se sei stanco possiamo stare comunque seduti da qualche parte, ma preferirei non stare al chiuso, ho trascorso tutto il tempo dentro il castello, ho davvero bisogno di stare un po’ all’aperto. – dissi ancora, con un sorriso, sperando che per lui non fosse un problema accettare quella mia piccola richiesta.


    Don't want your hand
    this time I'll save myself
    Maybe I'll wake up for once

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    Grazie dell'avviso e buon divertimento ^^
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    Benvenuta tra noi Federica io sono Nicole ^^
    Anche io seguo tantissimi telefilm, probabilmente troppi infatti ogni tanto me ne dimentico qualcuno e poi mi ritrovo con tantissime puntate arretrate, ma questi sono dettagli.
    Spero che ti troverai bene qui con noi e per qualunque dubbio non esitare a chiedere ^^
2645 replies since 1/3/2009
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